Spread ancora giù: distanze tra partiti permangono, ipotesi secondo mandato esplorativo a Fico prende forma
Continua a contrarsi lo spread tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco, che ieri si è portato sui minimi da agosto 2016. La giornata ha preso il via con il differenziale tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco che ha infranto anche la soglia di 118 punti base. Quanto al rendimento del bond decennale italiano sul mercato secondario è pari all’1,719% (in risalita rispetto all’avvio odierno), mentre il tasso del Bund di pari scadenza è in risalita e viaggia verso la soglia 0,54 per cento.
Non sono trascorse nemmeno 24 ore dal conferimento alla presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, del mandato esplorativo per verificare l’esistenza di una maggioranza parlamentare tra i partiti della coalizione di Centrodestra e il Movimento Cinque Stelle, e la strada appare sempre più in salita dopo gli incontri che si sono tenuti a Palazzo Giustiniani. Al momento, le distanze tra i partiti permangono e si parla sulla stampa nazionale di “una missione già fallita”. Se effettivamente l’esplorazione avrà esito negativo (un’ipotesi che al momento appare molto probabile) il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affiderà il secondo mandato esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico. Domani Casellati salirà nuovamente al Colle per aggiornare Mattarella sui colloqui.
“Gli spread periferici si sono significativamente contratti, in particolare quello Btp che ha rotto il muro dei 120 punti base – ha ricordato Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Partners Sgr – La scusa è l’incarico esplorativo alla presidente del Senato Casellati, sul successo del quale nutro parecchi dubbi”. Ma è evidente, prosegue l’esperto, che al momento le vicende politiche italiane hanno poca presa sui mercati (col suo 8,5% Milano risulta la terza piazza migliore da inizio anno). “I rendimenti europei restano bassi, il che contribuisce a rendere attraenti gli spread. La volatilità è in calo e le prossime aste Btp sono a fine mese”, sottolinea ancora Sersale. Osservando i recenti movimenti sul Btp, Andrea Melo, asset manager, ha commentato: “La grande anomalia è che sul mercato sono stati comprati a mani basse sia titoli obbligazionari sia indici, e questo solitamente avviene quando un paese ha grandi margini di crescita“.
C’è poi un’altra questione seguita ieri dai mercati: la revisione al ribasso dell’inflazione dell’aera euro (+1,3% annuo a marzo rispetto al +1,4% della prima lettura flash) che potrebbe spingere la Bce ad avere un atteggiamento più attendista sull’uscita dal QE e sulla guidance sui tassi. Il dato di marzo “indica che per il momento i segnali di rialzo dei prezzi interni restano poco convincenti”, afferma Anna Maria Grimaldi, senior economist della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che allarga lo sguardo ai dati macro meno solidi che si sono susseguiti nelle ultime settimane andando ad alleggerire le pressioni sulla Bce. L’istituto centrale guidato da Mario Draghi dovrebbe confermare la valutazione positiva dello scenario macro così come la fiducia in un ritorno duraturo dell’inflazione al target.