Agenda della prossima settimana: riflettori puntati su Fed e payrolls. Attenzione anche all’inflazione di Eurolandia
La settimana che inizia il prossimo 30 aprile sarà all’insegna delle indicazioni in arrivo dagli Stati Uniti. Lunedì sarà la volta dell’indice dei prezzi PCE, visto in aumento dall’1,6 all’1,8% annuo, dei redditi e dei consumi, mentre martedì attenzione alle indicazioni in arrivo dalle vendite di abitazioni e dall’ISM manifatturiero.
Martedì inizia anche la due giorni di riunioni della Federal Reserve che il giorno dopo, alle 20 italiane, dovrebbe portare alla conferma del tasso sui Federal Funds in quota 150-175 punti base (con una probabilità del 93,3%, stando al CME FedWatch Tool). Per una nuova stretta, assicurano gli esperti, basterà attendere il meeting in calendario a metà giugno.
Giovedì sarà la volta dell’ISM servizi mentre nel corso dell’ultima seduta dell’ottava arriveranno i numeri sull’andamento del mercato del lavoro della prima economia: il tasso di disoccupazione è stimato in calo dal 4,1 al 4 per cento mentre le buste paga nei settori non agricoli dovrebbero tornare a crescere di quasi 200 mila unità (consenso 185 mila).
Per quanto riguarda il Vecchio continente, lunedì dalla Germania sono in arrivo i numeri su vendite al dettaglio e inflazione preliminare mentre mercoledì attenzione al Pil preliminare di Eurolandia, visto in rallentamento dallo 0,6 allo 0,4 per cento (dati inferiori alle stime potrebbero spingere l’eurodollaro sotto la soglia di 1,2). Giovedì riflettori invece puntati sull’inflazione: il dato completo è atteso stabile all’1,3% mentre l’indice ‘core’, quello che dal calcolo esclude le componenti più volatili, dovrebbe passare dall’1% di marzo allo 0,9%.
La prossima sarà inoltre la settimana degli indici PMI di Cina (lunedì) e Gran Bretagna (martedì il manifatturiero, giovedì i servizi) stimati in solido territorio positivo sopra quota 50 punti (che separano espansione e recessione dell’attività economica). Martedì attenzione all’aggiornamento mensile relativo il Pil canadese (consenso +0,3% m/m) e al meeting della Reseve Bank of Australia, che, alla luce di modeste pressioni inflazionistiche, dovrebbe confermare il ‘cash rate’ all’1,5%.