Inflazione e mosse Bce: banca centrale guarderà sempre meno a cpi e più a rischi per economia
Sorpresa oggi dall’inflazione dell’area euro, scesa all’1,2% annuo nel mese di aprile con la componente “core” portatasi ai minimi a oltre un anno. Il tasso di inflazione core, che esclude elementi altamente volatili come cibo, energia, alcol e tabacco, è infatti sceso allo 0,7%, sui minimi a 13 mesi. Indicazioni che confermano quanto emerso nei giorni scorsi con il rallentamento dell’inflazione in paesi chiave quali Germania e Italia.
Frenata dei prezzi temporanea, occhio all’effetto petrolio nei prossimi mesi
Rallentamento momentaneo o campanello d’allarme circa un’inversione di tendenza dei prezzi? “Riteniamo che la maggior parte del calo dell’inflazione dei servizi sia dovuto all’effetto transitorio su componenti volatili come i servizi di trasporto e i pacchetti turistici”, argomentano gli analisti di Barclays che non vedono quindi l’inizio di una nuova, allarmante, tendenza di rallentamento dell’inflazione. “Continuiamo a prevedere che l’inflazione core dell’area dell’euro rimarrà su una tendenza al rialzo, sebbene molto graduale”, sottolinea Fabio Fois, economista di Barclays.
Sulla stessa lunghezza d’onda Anna Maria Grimaldi, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo: “Dovrebbe aver pesato la cadenza anticipata della Pasqua. L’inizio delle vacanze a fine marzo aveva spinto i prezzi dei servizi ricreativi e questo mese si è vista una correzione”.
Draghi non si scomporrà
Indicazioni che quindi non dovrebbero scomporre la Bce che già settimana scorsa aveva palesato una certa cautela sull’andamento di breve periodo dei prezzi. Mario Draghi ha detto giovedì scorso che l’inflazione di fondo non mostra prove concrete di miglioramento o segnali che questa tendenza al rialzo stia per arrivare. Allo stesso tempo Draghi si era detto comunque fiducioso che la crescita dei prezzi si sposterà verso l’obiettivo prossimo al 2 percento nel medio periodo.
Draghi ha anche detto che la BCE si aspetta che l’inflazione si aggiri intorno all’1,5% da maggio in poi, per effetto di pressioni dal capitolo energia. Le previsioni della BCE si basano su contratti futuri che scontano il prezzo del Brent a circa 65$.
“Pensiamo che le mosse della BCE saranno più influenzate dalle notizie sul ciclo economico e dalle prospettive internazionali nonché dalle evoluzioni in tema di commercio estero, piuttosto che dalle stime di inflazione headline“, argomenta Anna Maria Grimaldi che vede il picco di questo ciclo sia alle spalle ma che la fase di crescita al di sopra del trend possa proseguire fino al 2019 inoltrato. “Il nostro centrale rimane di chiusura del QE nei primissimi mesi del 2019 (al più tardi) e di un primo rialzo dei tassi entro l’estate del 2019”, conclude l’esperta di Intesa Sanpaolo.
Il consensus Bloomberg vede l’inflazione constantemente sotto il target del 2% nei prossimi anni (1,5% nel 2018 e 2019, 1,8% al 2020). Non sono attesi rialzi dei tassi fino a circa metà 2019.