Italia, partite le consultazioni al Colle: mercati solidi nonostante impasse politico
E’ partito dal Movimento 5 Stelle il terzo giro di consultazioni al Quirinale per la formazione di un nuovo Governo. A poco di due mesi di distanza dal voto del 4 marzo, in primo piano l’ennesimo tentativo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per uscire dall’impasse politica. Al termine del primo colloquio al Colle, Luigi Di Maio, leader dei grillini, non ha mostrato alcuna apertura a un governo tecnico. “O esecutivo politico o si torna al voto”, ha detto Di Maio, che ieri si è detto pronto a rinunciare alla premiership. Quindi apertura a un premier terzo (scelto con la Lega), ma rimane la chiusura verso Silvio Berlusconi.
In attesa che arrivino altre dichiarazioni da questa tornata di colloqui tra il Capo dello stato e le forze politiche (convocate in un’unica giornata, consulta qui il calendario completo), lo spread torna poco sopra i 124 punti. In particolare, in questo momento il differenziale tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco si muove a 124,2 punti base, in calo di circa l’1% rispetto le prime battute di giornata. In discesa anche il rendimento del bond decennale italiano sul mercato secondario che si attesta all’1,77%, mentre il tasso del Bund di pari scadenza è allo 0,537 per cento.
Nonostante lo stallo politico, i mercati rimangono solidi. In particolare, l’Italia ha registrato una delle performance azionarie più elevate di tutti i mercati dell’area euro. L’indice Msci Italy, valutato in euro, è in crescita di oltre il 10,5% da inizio anno e non ha ancora evidenziato una tendenza al ribasso a breve termine legata alla crisi politica. Per dare un’idea della portata di questa evoluzione, nello stesso periodo l’indice MSCI EMU è aumentato di meno del 2%. Questa l’analisi di Chris Gannatti, head of research di WisdomTree Europe che definisce Interessanti anche i rendimenti dei titoli di Stato italiani.
Sui Btp a 10 anni italiani, afferma ancora l’esperto di WisdomTree Europe, abbiamo rilevato una leggera tendenza al rialzo, con un rendimento finale intorno all’1,5% – e questo in un periodo in cui il corrispettivo negli Stati Uniti si aggira intorno al 3%. “Nell’ultimo anno, ciò si posiziona in una fascia molto bassa del range, lontano dal massimo di circa il 2,3%, a dimostrazione del fatto che gli investitori, anche se preoccupati, non lo stanno dimostrando con il loro atteggiamento verso i titoli di Stato italiani”, aggiunge.
“Nonostante sia impossibile dire con certezza per quanto tempo il mercato italiano possa continuare a resistere di fronte alla situazione di stallo politico, finora i mercati sono stati abbastanza solidi – afferma Chris Gannatti di WisdomTree Europe -. Una delle ipotesi presentate è che l’Italia sia un mercato guidato da realtà locali molto più della Germania e, dato che l’euro ha performato piuttosto bene, le imprese italiane potrebbero essere meglio preparate. In effetti, è possibile che la situazione politica dell’Italia abbia contribuito in misura maggiore a indebolire l’euro piuttosto che a danneggiare il mercato italiano, almeno finora”.