Notizie Notizie Italia Hedge fund Caius attacca UniCredit sui cashes. Per il fondo due terzi capitale CET1 non validi

Hedge fund Caius attacca UniCredit sui cashes. Per il fondo due terzi capitale CET1 non validi

8 Maggio 2018 13:20

UniCredit attaccata da un hedge fund londinese, Caius Capital, che scrive una lettera all’Eba chiedendo il lancio di un’indagine. Attivo nel mercato dei crediti in sofferenza, nato due anni fa e con sede a Londra, Caius ritiene che UniCredit abbia classificato in modo errato una parte del suo CET1 nel corso dell’ultimo decennio. Il dito è puntato contro i cashes, che la banca italiana guidata da Jean-Pierre Mustier ha emesso nel 2008 per un valore di 2,98 miliardi di euro.

Cashes sta per ‘convertible and subordinated hybrid equity-linked securities”, ovvero strumenti complessi convertibili in azioni ordinarie, in questo caso, di UniCredit.

L’istituto di credito, secondo l’hedge fund, potrebbe ovviare all’errore procedendo alla conversione in azioni ordinarie di questi cashes.

Peccato che, secondo il Financial Times, se imposta, una tale conversione potrebbe tradursi in perdite ingenti per alcuni investitori che hanno puntato su tali strumenti, per un valore superiore a 2 miliardi di euro. I cashes emessi dall’istituto vengono al momento scambiati a circa il 75% del loro valore nominale, ma probabilmente una conversione lascerebbe agli investitori titoli ordinari di un valore pari ad appena il 6% del loro valore nominale.

Non solo: secondo Caius, la conversione ridurrebbe il CET1 ratio di UniCredit a una percentuale inferiore al 5%, ben al di sotto dell’8,78% minimo richiesto dalle autorità europee.

In caso di mancata conversione, due terzi del capitale dell’istituto, pari a 48,9 miliardi di euro dovrebbero per il fondo essere considerati invalidi in base alla normativa dell’Unione europea.

Nessun commento dalla Bce, messa in copia nella lettera inviata all’Eba.

L’autorità bancaria europea ha dal canto suo confermato di “aver ricevuto una lettera ufficiale e di dover dare a questo punto una risposta ufficiale”. “Ci vorrà un po’ di tempo prima che possa essere ratificata e approvata ai livelli più alti”, ha aggiunto.

Nella lettera all’Eba, a cui il Financial Times, Caius ha lanciato accuse pesanti anche a Bankitalia e alla Bce:

“Bankitalia non è riuscita ad applicare in modo corretto la legge dell’Unione, e questo fallimento è stato perpetuato dalla Bce e dal meccanismo di vigilanza SSM”.

Non solo. L’esistenza dei cashes “rende anche le azioni ordinarie di UniCredit non idonee a essere considerate strumenti del CET1”.

UNICREDIT RISPONDE ALLE ACCUSE CON UNA NOTA

“Il trattamento regolatorio dei titoli cashes è stato pienamente illustrato al mercato e confermato e rivisto dalle autorità regolatorie competenti“.

UniCredit ha sottolineato anche che “l’attuale contributo dei cashes sulla posizione patrimoniale complessiva della banca non ha impatti significativi sui ratio regolatori del gruppo”.

Complessivamente,”come annunciato a fine 2017, Unicredit ha una solida posizione di capitale con un CET1 ratio al 13,6%”.

La banca ha precisato inoltre che “sono presenti clausole contrattuali che, in caso di sviluppi regolamentari, consentono di preservare la posizione di capitale di Unicredit anche tramite la conversione automatica degli strumenti sottostanti i cashes in azioni ordinarie”.