Notizie Notizie Mondo Retail, I ricavi aumentano fino al 5% per chi investe nella cybersecurity

Retail, I ricavi aumentano fino al 5% per chi investe nella cybersecurity

10 Maggio 2018 11:49

 

 

 

 

La cybersecurity rappresenta una nuova fonte di vantaggio competitivo per i retailer e, per poter sfruttare i vantaggi legati a questa opportunità, un maggior numero di aziende deve allineare le proprie policy in tema di cybersecurity alle attese dei propri clienti.

Ma quali sono le esatte dimensioni di questo vantaggio? Secondo il nuovo report Cybersecurity: The New Source of Competitive Advantage for Retailers redatto dal Digital Transformation Institute di Capgemini (leader mondiale nei servizi di consulenza e tecnologia), i consumatori sono disposti a spendere di più presso quei rivenditori che dimostrano di avere forti competenze in ambito cybersecurity e, in base alla spesa media annuale dei clienti, l’incremento delle misure di sicurezza informatica potrebbe portare a un aumento dei ricavi fino a un massimo del 5,4 per cento.

 

I clienti chiedono più sicurezza

 

Il nuovo report, al quale hanno partecipato oltre 6mila clienti e 200 dirigenti di società del settore retail, ha evidenziato che per il 77% degli intervistati la cybersecurity è il terzo dei principali fattori che influenzano la scelta di un rivenditore, preceduto solo dalla disponibilità dei prodotti e dalla qualità, e seguito da fattori tradizionali come il prezzo e la reputazione del brand.
Solide misure di cybersecurity incrementano la soddisfazione del cliente del 13%, mentre il 40% della clientela sarebbe disposto ad aumentare almeno del 20% la propria spesa online presso i rivenditori nei quali hanno riposto la propria fiducia. Sulla base di queste considerazioni, dal report si evince che i retailer in grado di adottare misure di sicurezza informatica avanzate potrebbero, come detto, ottenere un incremento dei ricavi annui fino a un massimo del 5,4%.

I ritardi dei retailer

Tuttavia, il report ha identificato un disallineamento tra le aspettative dei clienti e quello che invece viene offerto dai retailer. Infatti, nonostante il 70% dei consumatori vuole essere certo che le proprie informazioni personali e finanziarie siano al sicuro, solo il 44% dei rivenditori si adopera per informarli attivamente.

Inoltre, i retailer non informano prontamente i propri clienti delle violazioni dei sistemi di scurezza: dal report riulta infatti che, sebbene il 40% dei rivenditori abbia affermato di essere stato vittima di un attacco informatico negli ultimi tre anni (2015-2017), con una conseguente compromissione dei dati finanziari o personali dei clienti, solo il 21% dei consumatori afferma di aver visto i propri principali rivenditori associati ad un attacco informatico.

La cybersecurity rappresenta un’opportunità redditizia per i retailer, perché permette loro di migliorare la customer satisfaction e incrementare la spesa online. Solo quei rivenditori che sono in grado di allineare efficacemente le proprie misure di sicurezza informatica con le attese dei clienti potranno incrementare i ricavi”, è il commento di Laura Muratore, Head of Manufacturing, Retail and Distribution di Capgemini Italia.

Consigli ai rivenditori

Il report include una serie di consigli pratici, basati sui risultati dello studio, che aiutano i leader del settore ad affrontare i problemi del crescente incremento degli attacchi informatici ai retailer e della richiesta di maggiore trasparenza da parte dei consumatori.
La prima priorità è operare per comprendere le aspettative dei clienti e assicurare che le caratteristiche richieste siano completamente implementate. “La maggior parte dei retailer – è scritto nel report – non ha ancora completamente implementato i fattori di sicurezza informatica che possono incrementare il livello di soddisfazione del cliente. Tra questi troviamo: la crittografia dei dati archiviati, una policy sulla privacy chiara e trasparente, l’uso di strumenti anti-malware avanzati, il controllo sui dati che i retailer possono conservare e per quanto tempo, l’utilizzo di crittografia avanzata dei dati su siti web e applicazioni”.
La seconda priorità è assicurare che i sistemi per la sicurezza informatica siano un passo avanti rispetto agli hacker.
Infine, ma non ultimo, fattore strategico è posizionarsi come un affidabile custode dei dati della clientela.

Il report rivela infatti una grande distanza tra consumatori e rivenditori in merito all’autorizzazione esplicita per l’archiviazione e l’utilizzo dei dati: quasi un terzo (29%) dei consumatori afferma infatti che il loro rivenditore di fiducia non comunica i cambiamenti relativi alla privacy dei dati.

Visto che l’implementazione della GDPR (il nuovo regolamento europeo per la tutela dela privacy) si avvicina sempre di più, è necessario che i rivenditori progettino strategie per ridurre il distacco dai consumatori e assicurare i clienti sulla sicurezza dei propri dati. Attualmente, solo il 40-60% dei rivenditori hanno pienamente implementato alcune componenti dei requisiti previsti dalla GDPR“, conclude il report.