Spread avanti tutta: sfondata quota 200, caso Savona alza alert politico
Era nell’aria e questa mattina, in coincidenza con le nuove tensioni tra M5S-Lega e Quirinale sulla squadra di governo, lo spread si è spinto oltre il muro dei 200 punti base, livello che non vedeva dal’estate 2017. Sono ben lontani i picchi toccati durante la crisi del 2011, quando lo spread arrivò a 500 pb, ma non va dimenticato che oggi è presente lo scudo Bce con il piano di quantitative easing che permette di calmierare la fuga dai Btp.
Il rendimento del Btp decennale è schizzato fino al 2,46%, massimi dal 2014. Secondo Goldman Sachs livelli di spread sopra 200 punti base segnerebbero “una nuova fase di tumulto”. La banca d’affari statunitense mantiene una tattica neutral sull’Italia in attesa di maggiori informazioni sulla composizione del governo.
Il nodo del ministro dell’Economia
Matteo Salvini e Luigi Di Maio continuano a insistere sulla nomina di Paolo Savona al dicastero dell’Economia. In risposta il Quirinale parla di inamissibilità di diktat su premier e Capo dello Stato nell’esercizio delle funzioni che la Costituzione attribuisce a tutti due. La Costituzione – viene ricordato – prevede scelte condivise tra presidente del Consiglio e presidente della Repubblica sulla scelta dei ministri. La preoccupazione del Colle è che si stia cercando di limitare l’autonomia del presidente del Consiglio incaricato e, di conseguenza, del presidente della Repubblica nell’esercizio delle loro prerogative. L’articolo 92 della Costituzione, tra le altre cose, recita: “il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”.
Intato ieri Matteo Salvini ha portato un nuovo affondo contro Bruxelles: “L’Europa consiglia, a volte minaccia, e ci dice: dovete fare una manovra da 10 miliardi di euro di tasse. Ma stiamo scherzando? L’ultima cosa di cui l’Italia ha bisogno sono le tasse, penso che ci abbiate votato per fare l’esatto contrario di quello che l’Europa ci ha suggerito o imposto con la minaccia”.
La nuova fiammata dello spread pesa ancora sui titoli bancari: oltre -3% per Banco Bpm e Ubi Banca e -1,8% circa per le due big Intesa Sanpaolo e Unicredit.