La guerra commerciale esplode e scuote i mercati: Borse tutte giù, soprattutto in Asia
Mercati finanziari scossi dall’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina in questi ultimi giorni. Dopo l’affondo di venerdì, ieri il presidente americano Donald Trump ha minacciato di imporre ulteriori nuovi dazi del 10% su prodotti importati dalla Cina per un valore di 200 miliardi di dollari (circa 170 miliardi di euro) per compensare le misure di ritorsione prese da Pechino di fronte alla prima serie di tariffe americane per 50 miliardi dollari. Una minaccia che potrebbe portare a 450 miliardi il valore dei prodotti cinesi tassati, vale a dire la maggioranza delle importazioni della Cina verso l’Oltreoceano. Ma il botta e risposta continua e questa mattina la Cina ha fatto sapere di essere pronta ad adottare misure quantitativamente e qualitativamente alla pari se l’amministrazione Usa dovesse passare dalle parole ai fatti. “Il livello di tensioni tra due Paesi sembra quindi destinato a salire nel corso dei prossimi giorni, – hanno commentato gli analisti di Mps Capital services – ma siamo dell’idea che la strategia di Trump rimanga sempre quella di alzare la posta allo scopo di trovare un accordo tra i due Paesi entro la fine dell’estate da valorizzare nelle elezioni di mid-term, che si terranno il 6 novembre”.
L’escalation delle tensioni commerciali destabilizza i mercati finanziari. Da Wall Street ai listini asiatici, fino alle Borse d’Europa, non c’è una piazza azionaria che scampi alle vendite. Le più penalizzate sono quelle asiatiche guidate al ribasso da Shanghai che ha chiuso con un calo del 3,8% dopo il lungo weeekend festivo. Il listino cinese ha chiuso in calo per la terza seduta consecutiva e ha archiviato già quattro settimane consecutive di ribassi. La debolezza si è trasferita in Europa, dove le Borse hanno aperto tutte in rosso: Francoforte perde oltre 1 punto e mezzo percentuale, male anche Parigi con un -1%, mentre Londra limita i danni con un -0,70%. Scattano invece gli acquisti rifugio su titoli governativi core e valute quali yen e franco. Sul comparto commodity, il petrolio continua a muoversi in balia delle indiscrezioni sul vertice Opec del prossimo venerdì, provando a recuperare dopo il forte calo di venerdì.
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib cede l’1,4% muovendosi sotto la soglia dei 22mila punti, che se non verrà riconquistata a fine giornata potrebbe dare un segnale ribassista. Le vendite si concentrano sugli industriali, con Prysmian, Stmicroelectronics e Cnh Industrial che cadono sul fondo del paniere principale con un tonfo di oltre il 2 per cento. In Italia il tema politico e dei conti pubblici italiani torna protagonista. Nella giornata di oggi, la Camera e il Senato torneranno a esaminare il Def. Stando a quanto riportato da Reuters, Lega e M5S starebbero lavorando a una risoluzione in cui chiedono di negoziare con la Commissione europea nuovi margini di flessibilità per quanto riguarda il deficit 2019-2021, con il rinvio di un anno del pareggio di bilancio, dall’attuale 2020 al 2021.
Tra gli appuntamenti odierni, focus sul Forum di Sintra con l’intervento di Mario Draghi. Mentre dal fronte macro, l’Istat diffonderà i dati relativi alla produzione nelle costruzioni in aprile, alle spese per consumi delle famiglie nel 2017 e la nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione nel I trimestre. Dagli Stati Uniti in arrivo le indicazioni sul mercato immobiliare, con i permessi edilizi, i nuovi cantieri e le nuove costruzioni abitative.