Piazza Affari sale senza convinzione, bene le banche. Tonfo per Ferragamo
Giro di boa settimanale con timidi segnali di forza da parte di Piazza Affari. Le tensioni internazionali sono tornate in secondo piano e il Ftse Mib è riuscito ad allungare sopra quota 22mila punti. L’indice guida milanese ha così chiuso a quota 22.120 punti (+0,16%), lontano dai massimi di giornata (22.315) nonostante la spinta al rialzo del settore bancario. Tra le banche spicca i balzi di oltre il 2% di Banco Bpm, Bper, Mediobanca, Ubi Banca e Unicredit. Il settore si giova anche oggi delle indicazioni circa una impostazione più accomodante della Bce nella gestione dei crediti deteriorati (NPL). La nuova proposta Bce potrebbe prevedere delle eccezioni a cui concedere più anni per provvedere alle sofferenze. “Le banche italiane potrebbero trarre vantaggio da un approccio più soft sugli Npl”, scrivono gli analisti di Banca Imi commentando le indicazioni arrivate dalla Bce sul fronte Npl. Inoltre ieri sono circolate nuove indiscrezioni circa l’accelerazione del processo di de-risking per alcuni istituti (Banco Bpm potrebbe cedere più dei 3,5 mld di euro di Npl preventivati).
Spicca il nuovo balzo di Recordati (+2,74% a 34,48 euro). Gli acquisti sono partiti già ieri in scia all’indiscrezione, riportata dal Financial Times, delle trattative definite in “fase avanzata” del fondo di private equity CVC per acquisire una partecipazione di controllo nella società per un valore di oltre 3 miliardi di euro. Alberto Recordati, presidente e amministratore delegato di Fimei (società finanziaria della famiglia Recordati), ha precisato che sono intercorse delle trattative con il fondo Cvc, ma vi sono ancora molti ostacoli da superare e non vi è certezza sulla prosecuzione delle trattative.
Mercoledì nero invece per Salvatore Ferragamo (-8,44% a 22,46 euro) a seguito della cessione da parte di Ferragamo Finanziara, holding della famiglia che detiene il 57,78% del capitale della maison del lusso, di 5,9 milioni di azioni Ferragamo attraverso la procedura di accelereted bookbuild riservata a investitori istituzionali. La quota di controllo è così scesa dal 57,8% al 53,7% circa.