Marchionne: ‘visto SUV Ferrari, ci vorrà un paio d’anni’. Su dazi Trump: ‘Ue non esageri nella risposta’
“Sono andato questa mattina alla Ferrari e l’ho visto”. Così a margine della presentazione della Jeep Wrangler consegnata all’Arma dei Carabinieri, Sergio Marchionne, AD di Fiat Chrysler, risponde a una domanda sul SUV della Ferrari. “Ci vorrà un paio d’anni”.
Marchionne consegna all’Arma dei Carabinieri “in comodato d’uso” la prima Jeep attrezzata per essere utilizzata sulla sabbia, “destinata – come dice lui – ad un servizio di sicurezza unico in Italia, un presidio direttamente sulla spiaggia nella riviera romagnola”.
Il comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri, commenta la consegna, affermando che essa avviene “in modo prototipale, in una località con un fluido turistico altissimo: un punto nevralgico del turismo estivo ed anche per episodi molto negativi che sono capitati lo scorso anno, un punto nevralgico anche per l’immagine dell’Arma e dello Stato”.
La Jeep permetterà ai carabinieri di controllare la riviera “da un altro punto di vista, non dalla strada verso il mare ma dalla spiaggia, vediamo se darà i frutti che speriamo“.
Ma da Marchionne non arrivano solo commenti sul SUV della Ferrari e sulla nuova Jeep Wrangler.
Il numero uno di FCA affronta, interpellato, anche il tema dei dazi doganali che sono stati annunciati e imposti dall’amministrazione Trump.
“Io capisco la posizione di Trump, politicamente la capisco. Credo che bisogna correggere delle anomalie negli scambi commerciali a livello internazionale. E lui ha una forza straordinariamente diretta nel cercare di correggerli, è immediato”, ha continuato Marchionne, parlando a margine della presentazione della Jeep Wrangler consegnata all’Arma dei Carabinieri.
I dazi imposti “non sono la fine del mondo, è un problema da gestire. È tutto gestibile”.
Marchionne sembra preoccupato piuttosto del “pandemonio”, come lo definisce, che è nato con l’imposizione dei dazi da parte dell’America di Trump.
“Il fatto che si sia scatenato il pandemonio a livello internazionale non è una cosa positiva, dobbiamo avere chiarezza sulle cose da fare”.
Sulla risposta dell’Unione europea ai dazi che sono stati annunciati e imposti dall’amministrazione Trump, Marchionne ha invitato Bruxelles alla cautela:
“Bisogna stare molto attenti e non esagerare nella risposta perchè, in Europa, Italia e Francia hanno un flusso di vetture verso gli Usa molto diverso dalla Germania e Fca produce quasi 3 milioni di autovetture in Nord America“.
Il flusso di vetture, fa notare l’AD di Fiat Chrysler, è diverso insomma da paese e paese, e la Germania subirebbe il colpo peggiore. Vista la situazione diversa in cui versano i paesi, dice Marchionne, “parlare dell’Europa in senso collettivo è sbagliato, bisogna stare molto molto attenti a capire che tipo di accordi vengono stabiliti tra Stati Uniti e Paesi europei”.
In ogni caso, “credo che ci sarà una base su cui ristabilire un equilibrio che sarà un equilibrio diverso da quello di adesso”.
Proprio a proposito dei dazi che l’America First di Trump si appresta a imporre sull’industria dell’auto, il presidente americano ha informato ieri che il governo sta per completare uno studio sulla materia, in particolare sull’imposizione delle tariffe punitive sulle importazioni Usa di auto che provengono dall’Unione europea.
Trump ha anche detto che “non ci vorrà molto tempo” prima che i dazi vengano imposti.
Lo scorso venerdì, il presidente ha minacciato di imporre dazi del 20% su tutti i veicoli che vengono assemblati nell’Unione europea e importati dagli Usa.
La sua minaccia si è scontrata con l’associazione dei produttori di auto negli Stati Uniti, l’Alliance of Automobile Manufacturers, di cui fanno parte General Motors Co, Toyota Motor, Volkswagen.
In una nota, i produttori hanno scritto che dazi del 25% su veicoli per passeggeri costerebbero ai consumatori $45 miliardi in più all’anno, o $5.800 per unità venduta, come riferito dalla portavoce Gloria Bergquist.