Banche Italiane, il momento è positivo: Banco Bpm in evidenza su accelerazione derisking
Giornata positiva per Piazza Affari, con Banco Bpm che si mette in evidenza. In particolare, il mercato guarda positivamente all’accelerazione del processo di derisking del gruppo. “Il Sole 24 Ore” riporta che il 10 luglio è previsto il termine per la presentazione delle offerte e le ultime indiscrezioni stampa vedono una pattuglia di ben sette pretendenti interessate ai crediti deteriorati della banca. Le offerte riguarderanno un maxi-pacchetto di sofferenze e la piattaforma di gestione del gruppo guidato da Giuseppe Castagna. E proprio l’a.d. del gruppo lombardo in una intervista a “Il Messaggero” ha sottolineato che se le offerte saranno interessanti si deciderà se accelerare ancora rispetto a quanto comunicato al mercato.
“Le soluzioni per le controparti interessate andrebbero a prevedere la possibilità di partecipare all’acquisto di un portafoglio da 3,5 miliardi di euro, che permetterebbe di raggiungere l’obiettivo di riduzione dello stock di Npl con un anno e mezzo di anticipo rispetto al piano e una soluzione più radicale che vedrebbe la cessione della piattaforma di servicing in modo da permettere di smaltire 9,5 miliardi”, sottolineano da Equita che conferma la raccomandazione di acquisto su Banco Bpm. “Nel primo caso l’Npe ratio scenderebbe secondo i nostri calcoli al 14,5% e al 10% nel secondo caso, dal 20,6% del primo trimestre 2018 – aggiungono gli esperti -. L’accelerazione rispetto alle nostre stime nel processo di riduzione del rischio con il mantenimento di un Cet1 di circa il 12% dovrebbe secondo noi contribuire a un re-rating del titolo, allontanando definitivamente i timori di una ricapitalizzazione, scenario secondo noi molto improbabile alla luce dei buffer di capitale su cui il gruppo può contare”.
Italia vs Germania, sono le banche tricolore ad avere la meglio
Dopo un mese di maggio da dimenticare, le banche italiane hanno rialzato la testa. “Il settore bancario quotato a Piazza Affari sta vivendo un momento positivo“, afferma Andrea Caraceni, amministratore delegato di Cfo Sim, secondo il quale “a parte due casi, Carige e Banca Popolare di Sondrio che non hanno completamente risolto i problemi di Governance e di forma societaria, le banche italiane listate abbiano superato le difficoltà degli ultimi anni e si avviano a chiudere l’anno in crescita”. Tra le note certamente positive, che Caraceni indica come “casi di eccellenza“, sia in termini di dimensione, fondamentale per poter competere a livello internazionale, Unicredit e Intesa Sanpaolo, sia di redditività con realtà più piccole come Credem, che hanno saputo modificarsi e adattarsi alla nuova realtà del mercato.
Performance positive, quelle delle banche italiane, che emergono ancor di più se messe a confronto con quelle tedesche. Secondo l’analisi dell’a.d. di Cfo Sim, “il recente caso di Deutsche Bank, la cui controllata americana che gestisce asset per 133 miliardi di dollari, non ha passato la seconda parte degli stress test annuali della Federal Reserve per carenze ampie e critiche. Questo caso lo ritengo essere solo la punta di un iceberg, visto che le banche tedesche oltre ad avere in pancia ancora moltissimi derivati, hanno mantenuto un modello di business poco efficiente”. “Da sempre infatti sono afflitte da una bassa redditività di base e da un livello di costi operativi fra i più alti dell’Eurozona – sottolinea Caraceni -. Per ciò che riguarda i derivati attivi in portafoglio delle banche tedesche, il fenomeno è ancora più grave di quello che emerge, considerato che sono circa un terzo del totale europeo e che i titoli più opachi e rischiosi, quelli definiti di livello tre, sono circa il 40% del capitale netto tangibile, contro circa il 9% delle banche italiane”.