Hard Brexit, AD Jaguar Land Rover avverte: a rischio nostro futuro in UK. Casa madre Tata crolla in Borsa
In caso di Hard Brexit, il Regno Unito rischierebbe di perdere uno dei gioielli più importanti della sua industria: Jaguard Land Rover, il primo produttore di auto in UK. L’allarme è stato lanciato dalla stessa azienda, con l’AD Ralf Speth che è stato costretto ad ammettere che a rischio sarebbe lo stesso futuro del marchio nel paese. Immediata la reazione del titolo della società controllante, il colosso Tata Motor: le quotazioni crollano fin oltre -5% capitolando al minimo in cinque anni.
“Un accordo Brexit che fosse negativo costerebbe a Jaguar Land Rover più di 1,2 miliardi di sterline, in termini di profitti, all’anno. La conseguenza sarebbe la necessità di effettuare un drastico aggiustamento al nostro profilo delle spese. Negli ultimi cinque anni abbiamo speso circa 50 miliardi di sterline in UK, e in base ai nostri piani prevediamo di spendere altri 80 miliardi nei prossimi cinque anni. Ma questo (piano) sarebbe a rischio in caso di esito negativo” delle trattative sulla Brexit, in corso tra il Regno Unito e l’Unione europea.
Il comunicato è stato diramato a seguito di un’intervista che Speth ha rilasciato al Financial Times. “Abbiamo bisogno urgentemente di una maggiore certezza, per continuare a investire in modo sostenuto nel Regno Unito e per salvaguardare i nostri fornitori, i nostri clienti e 40.000 dipendenti che lavorano nel paese”, si legge ancora.
Jaguar è il principale produttore ed esportatore di auto del Regno Unito. Su tre auto che vengono esportate dagli UK una è una Jaguar o una Land Rover e delle 621.000 auto che il marchio ha venduto nel 2017 l’80% è stato all’estero, con il 20% diretto verso l’Europa.
“Il cuore e l’anima di Jaguar Land Rover sono in UK – ha detto Speth – Tuttavia, noi e i nostri partner della catena dell’offerta facciamo fronte a un futuro che sarebbe imprevedibile, nel caso in cui le trattative sulla Brexit non dovessero preservare un commercio libero e senza attriti con l’Ue e un accesso senza restrizioni al mercato unico”.