Non solo aste, BTP e test cruciale legge di bilancio. Assist JP Morgan AM, Jefferies guarda a depositi banche
Bond italiani, cosa fare? La tempesta è passata oppure è il caso di attendere segnali di certezza maggiori su come l’esecutivo M5S-Lega intende realizzare il contratto di governo? Il Financial Times cerca di rispondere a questa domanda, ricordando che le aste previste per le prossime settimane saranno una importante prova del nove per testare l’appetito degli investitori verso il debito italiano. A essere offerto sul mercato sarà un ammontare fino a 7,25 miliardi di euro di titoli di stato a tre, sette, 15 e 20 anni. Tutte queste aste, sottolinea il quotidiano finanziario britannico, arrivano mentre “il governo italiano si prepara a lanciare una legge di bilancio, in autunno, che dovrebbe aumentare ulteriormente i livelli del debito”.
In generale, viene fatto notare come non si possa ancora tirare un sospiro di sollievo, visto che i tassi dei bond governativi italiani rimangono elevati, anche se lontani da quel valore attorno al 3,4% a cui sono volati nei giorni infuocati della crisi istituzionale italiana precedenti la formazione del governo M5S-Lega.
I tassi dei BTP a 10 anni sono scesi fino al 2,65% circa, ma pochi sono disposti a scommettere che il peggio sia passato. Prima degli attacchi speculativi di maggio, d’altronde, gli stessi tassi oscillavano all’1,80%, ben al di sotto dei valori attuali.
Una nota positiva arriva tuttavia da Nick Gartside, responsabile della divisione di reddito fisso presso JP Morgan Asset Management. Intervistato dall’FT, l’esperto sottolinea che “l’aumento della volatilità è qualcosa a cui dovremo abituarci, ma in generale i rendimenti italiani dovrebbero puntare verso il basso”.
Il motivo è semplice: la caccia ai rendimenti da parte degli investitori. I tassi più alti che l’Italia sta offrendo vendendo i suoi debiti sono infatti, secondo Gartside, “appetibili”. Di conseguenza, a suo avviso, i BTP “offrono un valore” a chi li acquista.
In vista della fine del programma di Quantitative easing della Bce (a dicembre), non per niente noto anche come scudo BTP, David Owen, responsabile economista europeo presso Jefferies, anche lui intervistato dall’FT, sottolinea che lo stop al programma sarà un test della resilienza dei mercati italiani.
Secondo Owen, “lo scenario più probabile è che l’Italia riesca a cavarsela”, con lo spread BTP-Bund destinato a scendere a causa dell’aumento dei rendimenti tedeschi, innescato a suo avviso dalla ripresa dell’economia dell’Eurozona.
Tuttavia, “i rischi di uno scenario meno favorevole rimangono reali“.
In particolare, secondo l’esperto di Jefferies, gli investitori dovrebbero monitorare attentamente i flussi dei depositi delle banche italiane. Una qualsiasi indicazione sui depositi che escono dal sistema bancario italiano “potrebbe infatti dare una spinta alla volatilità del mercato”.
Ma il rischio di contagio esiste ancora? Secondo Peter Schaffrik, global macro strategist di RBC Capital Markets, “il rischio di contagio non è sparito, ma è molto minore”, e “i paragoni con il 2012 sono esagerati”.
Ed è lo stesso Gartside di JP Morgan ad avvertire che “a un certo punto, in autunno, il governo dovrà presentare la legge di bilancio, fattore che potrebbe scatenare nuovamente la volatilità”.
Detto questo nel frattempo, “molto del pessimismo a cui stiamo assistendo è eccessivo”.