ENI: domani mattina i conti, atteso trimestre in forte crecita
Domani mattina a mercato chiuso ENI pubblicherà i risultati del secondo trimestre del 2018.
Il trimestre si preannuncia positivo ed Eni non dovrebbe avere problemi a mostrare conti in progresso a/a, visto il forte rialzo del petrolio rispetto allo scorso anno. Se guardiamo al Brent infatti, questo secondo trimestre abbiamo avuto un prezzo medio del Brent (future) a 75 dollari, contro i 50,8 dollari al barile del pari periodo 2017 (+47,6% a/a). Questo implica dunque margini più alti per il settore E&P (core business), mentre il downstream dovrebbe essere in sofferenza. L’E&P pesa però molto di più sui conti di ENI.
Vediamo allora cosa si aspettano gli analisti dai conti della big del petrolio italiano e su cosa saranno focalizzati.
Eni per il consensus dovrebbe fissare un Ebit adjusted di 2,58 miliardi, dunque con un rialzo del 150%, rispetto al poco più di 1 miliardo del 2017. In particolare, l’E&P dovrebbe passare da 0,84 miliardi a 2,66 miliardi. Il business del G&P (Gas and Power), per motivi stagionali dovrebbe essere negativo per 0,08 miliardi, contro i -146 milioni del pari periodo 2017 (comunque in miglioramento). Il business del R&M dovrebbe essere in lieve crescita (+70 milioni), ma come dicevamo in calo a/a (352 milioni nel secondo trimestre dello scorso anno). Il mercato si attende poi utile netto adjusted a 1 miliardo, in progresso del 115%. La produzione dovrebbe attestarsi a 1.852 kboe/g (+4,5% a/a).
Il mercato in questo trimestre si focalizzerà dunque su Ebit adjusted e su produzione che se in linea con le stime, mostrerebbe anche una crescita maggiore in questo trimestre rispetto al +4% del Piano Industriale.
Analisi fondamentale: analisti posizionati sul buy
Per quanto riguarda il target degli analisti, Bloomberg evidenzia che di 32 analisti che seguono la società, 22 raccomandano il buy e 8 sono neutral. Solo 2 analisti consigliano di vendere. Il target price medio è 18,37 euro, con un rendimento potenziale del 12,9%. Come si evince dall’immagine poi, da inizio anno il consensus si è poco alla volta spostato sul buy e lo spread price, ovvero la forchetta tra il target price e il prezzo di ENI, si è allargato.
Sui multipli ENI è pure a sconto sull’Ev/Ebitda 2018 e 2019, rispettivamente a 3,8 e 3,6, contro 5,3 e 5,1 del consensus. Il P/E dei due anni invece è allineato.
Analisi Tecnica: importante tenuta dei 16 euro. 16,8 euro è il livello da rompere
È ben intonato il titolo ENI che però rimane ingabbiato tra due livelli importanti. I 16 euro, primo supporto e i 16,8 euro, dove passa il ritracciamento di Fibonacci del 61,8% di tutto il down trend avviato a metà 2014. Un livello piuttosto coriaceo di resistenza che Eni dovrà rompere per puntare i 17,6 euro, massimo di fine aprile 2015.
Vediamo inoltre anche che il titolo per ora si mantiene al di sopra della trend line rialzista di breve periodo (minimi del 29 maggio e 21 giugno 2018) e che passa nei pressi dei 16 euro.
Dunque i risultati del secondo trimestre potrebbero, se sopra le attese dar forza al rimbalzo avviato il 20 luglio sui 16 euro. Il break al ribasso di tale livello e della trend line rialzista invece sarebbe un primo segnale di debolezza, anche se, per Eni, il supporto fondamentale è ben più in basso e collocato a 15 euro.