Notizie Notizie Mondo Effetto Turchia su peso, Argentina non rimane a guardare: alza tassi di 500 punti base al 45%

Effetto Turchia su peso, Argentina non rimane a guardare: alza tassi di 500 punti base al 45%

14 Agosto 2018 11:06

Rialzo boom dei tassi da parte della Banca centrale dell’Argentina che, di fronte alle vendite che hanno tramortito il peso e che sono state scatenate dalla crisi della lira turca, ha deciso di intervenire con decisione, e a sorpresa. Il meeting dell’istituto non era infatti previsto. I tassi Leliq sono stati alzati di ben 500 punti base, dal 40% al 45% dopo che anche il peso argentino, così come diverse valute emergenti, aveva pagato ieri i timori sulla Turchia. La moneta era scesa di oltre -2%, a 29,94 pesos per dollaro americano.

La banca centrale ha reso noto che la decisione è stata presa all’unanimità dal board di politica monetaria, “in risposta all’attuale situazione esterna e al rischio che si abbia un nuovo impatto sull’inflazione nazionale”.

Intervistato dal Wall Street Journal Edward Glossop, economista esperto di America Latina presso Capital Economcis, ha commentato la mossa affermando che, tuttavia, è improbabile che altre banche centrali di mercati emergenti come Messico e SudAfrica, facciano la stessa cosa. E, questo, perchè “la storia suggerisce che questi sell off scatenati da un tale sentiment tendono ad avere una breve durata”.

Guardando al caso specifico dell’Argentina, Glossop ritiene che il paese sia “uno dei pochi mercati emergenti che condivide con la Turchia le stesse vulnerabilità”.

“Tassi di interesse reali elevati sono necessari per far scendere il tasso di inflazione dall’attuale valore che oscilla attorno al 30%“, spiega l’esperto.

A differenza della banca centrale turca, che teme invece la rabbia del presidente Recep Tayyip Erdogan verso una politica di strette monetarie, “le autorità dell’Argentina stanno facendo ancora la cosa giusta, in forte contrasto con la Turchia, dove non si sta facendo praticamente nulla“, fa notare Win Thin, responsabile globale dei mercati emergenti presso Brown Brothers Harriman.

L’Argentina, ha aggiunto Harriman, “sta cercando di essere proattiva, dopo che il rapporto dollaro-peso è schizzato a un nuovo record superiore a quota 30″.

Il recupero della lira permette oggi alla maggior parte delle valute emergenti di recuperare terreno. Non alla rupia indiana, tuttavia, che scivola al minimo record nei confronti del dollaro, superando la soglia di 70 rupie per dollaro per la prima volta in assoluto.

Secondo alcuni trader di Mumbai, è possibile tuttavia che la Banca centrale indiana si sia fatta avanti per stabilizzare la moneta, dopo lo sfondamento del muro di 70 punti. Il Financial Times riporta che la rupia sconta le preoccupazioni degli investitori sui conti pubblici e sulla crescita del deficit delle partite correnti.

Così Hussein Sayed, responsabile strategist di FXTM: “Le economie caratterizzate da forti deficit delle partite correnti come l’India, l’Argentina e il Sud Africa continueranno a soffrire nuove pressioni economiche, con la Fed che continuerà ad alzare i tassi”.