Trump tuona contro la Fed e rialzi tassi, Dollar Index a minimo inizio mese. Euro oltre $1,15
Non sono certo “elettrizzato” per la decisione del presidente della Fed, Jerome Powell, di continuare ad alzare i tassi di interesse Usa. In un’intervista rilasciata a Reuters, Donald Trump lo dice chiaro e tondo, e non è neanche la prima volta, se si considera che le critiche alle decisioni di politica monetaria prese dal Fomc, il braccio di politica monetaria dell’istituto, erano arrivate anche all’inizio dell’estate.
La questione è ben nota agli addetti al settore: “Questi tipi di commenti potrebbero essere percepiti come una minaccia all’autonomia della Federal Reserve“, ha commentato alla Cnbc Lindsey Piegza, responsabile economista presso Stifel.
Sicuramente, per ora, hanno influenzato il trend del dollaro, con il Dollar Index che è scivolato fino a 95,78 dopo la pubblicazione dell’intervista, in calo dello 0,6%. Effetto anche sui tassi sui Treasuries Usa, con i decennali ai minimi intraday, al 2,82%. Tutto ciò a vantaggio dell’euro, solido sopra la soglia di $1,15.
D’altronde, alla domanda se ritenga giusto che la banca centrale Usa sia indipendente, Trump ha risposto di credere in un istituto che faccia “ciò che è un bene per il paese”, e ha aggiunto che la Fed dovrebbe adottare una politica monetaria più accomodante, anche perchè “dovrei essere un po’ aiutato” da loro.
Non sarà sicuramente l’ultima critica del presidente americano contro Jerome Powell e il suo team, e a dirlo è stato Trump stesso: continuerò a criticare la Fed se le strette monetarie continueranno, scenario praticamente scontato dai mercati, visti i buoni dati macro che arrivano dal fronte dell’occupazione e anche dell’inflazione.
La Fed ha alzato i tassi sui fed funds cinque volte da quando Trump è diventato presidente Usa, e due volte da quando Powell ha preso le redini dell’istituto, scelto tra l’altro dallo stesso Trump per sostituire l’ex numero uno, Janet Yellen.
Non è un mistero che Trump desideri un dollaro debole, sopratutto per poter disporre anche dell’arma valutaria nella guerra commerciale che ha lanciato contro diversi partner degli Stati Uniti, Cina in primis. Non per niente, mentre il Wall Street Journal riporta indiscrezioni sull’arrivo, questa settimana, di nuovi dazi doganali contro Pechino, per un valore di ben 200 miliardi di dollari, il presidente americano torna a tuonare contro la Cina e l’Eurozona, accusandole di star manipolando le rispettive valute, yuan ed euro.