Notizie Notizie Mondo Usa: appuntamento Jackson Hole alle porte, Powell risponderà alle provocazioni di Trump?

Usa: appuntamento Jackson Hole alle porte, Powell risponderà alle provocazioni di Trump?

22 Agosto 2018 10:07

Il presidente della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell, si presenta all’appuntamento con il simposio annuale di Jackson Hole (il primo nei panni di governatore della banca centrale) con il nuovo carico di critiche arrivate nei giorni scorsi dal numero uno della Casa Bianca, Donald Trump. Come era già accaduto nei mesi precedenti, lunedì scorso in un’intervista a Reuters, Trump ha messo nuovamente nel mirino la politica monetaria adottata da Powell, dichiarandosi non entusiasta che la Fed continui ad alzare i tassi di interesse Usa.

Di fatto Powell sta percorrendo la strada imboccata dal suo predecessore, Janet Yellen: sta infatti portando avanti un aumento dei tassi in maniera graduale ma regolare, senza scossoni. Sotto la sua guida (è stato nominato nel febbraio 2018) sono state annunciate due strette, l’ultima lo scorso giugno con il costo del denaro che è ora compreso tra l’1,75-2%. E un nuovo ritocco verso l’alto è atteso dagli analisti nel meeting di settembre. Da quando Trump è stato nominato presidente Usa nel novembre del 2016 la Fed ha alzato i tassi sui fed funds cinque volte, e due volte da quando Powell ha preso le redini dell’istituto.

Powell cederà alle pressioni di Trump? Questa la domanda che si pone Mohammed Kazmi, portfolio manager, macro strategist di Union Bancaire Privée (Ubp), dopo le critiche di Trump e alla vigilia di Jackson Hole che prenderà il via venerdì per concludersi domenica. La 42esima edizione dell’evento, organizzato dalla Fed nelle montagne del Wyoming, che chiama ogni anno a raccolta i principali banchieri mondiali globali, vedrà nel discorso di Powell (venerdì a partire dalle 16 ora italiana) uno dei momenti principali della manifestazione. Le parole del numero uno della Fed saranno seguite da vicino e verranno passate al setaccio dopo le ultime bordate di Trump.
“Data la recente volatilità dei mercati finanziari sulla scia degli sviluppi in Turchia e in Italia, è improbabile che Powell voglia contribuire a creare ulteriori turbolenze – sostiene Kazmi -. Ciò è particolarmente vero se si considera che per il resto dell’anno Powell dovrebbe essere a suo agio, con il mercato che prezza quasi due nuovi rialzi nella seconda parte dell’anno, in linea con il dot plot della stessa Fed. Tuttavia, gli investitori non dovrebbero nemmeno aspettarsi una svolta da colomba da parte della Fed, elemento che avrebbe potuto fornire un po’ del sollievo – molto necessario – per i mercati del rischio”. Secondo l’esperto il discorso di Powell a Jackson Hole non dovrebbe avere grandi ripercussioni e dovrebbe contribuire a riportare l’attenzione degli investitori obbligazionari europei sui principali problemi irrisolti della lira turca, con la fine delle festività locali e il ritorno delle politiche di difesa della moneta, e della finanziaria italiana, con lo scontro politico che continua in vista della scadenza di ottobre e che giustifica un approccio prudente e attendista da parte degli investitori.

Come sottolinea Alessandro Balsotti, strategist e gestore del Jci Fx Macro Fund, il governatore è stato messo in una situazione estremamente difficile. “Se mostrerà toni meno determinati sul processo di normalizzazione (il mercato al momento sconta un rialzo sicuro per settembre e uno probabile per dicembre) non mancheranno le critiche di chi ci leggerà una sudditanza nei confronti della Casa Bianca, novello Arthur Burns al cospetto di Richard Nixon – spiega Balsotti -. Proseguendo invece per la sua strada non potrà invece che far salire i toni del confronto con l’amministrazione, in un conflitto senza precedenti, a cui potrebbero aggiungersi anche critiche bipartisan di una parte del partito democratico”.

Questo clima ha penalizzato ieri il dollaro. Secondo l’analisi di Balsotti “questa correzione ha ancora un paio di sessioni di spazio, poi il pallino sarà in mano al Governatore e alle modalità di reazione alle provocazioni di Trump e, guardando più in là, alla conferma o smentita che l’economia americana stia effettivamente iniziando a rallentare non solo in quei settori più tipicamente esposti ai rialzi dei tassi (immobiliare e automotive)”.

 

TRUMP E I TASSI: LE SUE PAROLE DA CANDIDATO A PRESIDENTE

TRUMP E I TASSI