Notizie Notizie Mondo Allarme BRI a Jackson Hole: con guerra commerciale tempesta perfetta sull’economia

Allarme BRI a Jackson Hole: con guerra commerciale tempesta perfetta sull’economia

27 Agosto 2018 08:47

In quest’ultima riunione di Jackson Hole, che si svolge di consueto ogni anno raccogliendo il gotha della finanza mondiale, un chiaro allarme sui rischi provenienti da una guerra commerciale è stato lanciato da Agustin Carstens, numero uno della Banca dei Regolamenti Internazionali.

Carstens ha avvertito i leader globali sulle conseguenze che dazi doganali potrebbero avere in tutto il mondo, parlando di tempesta perfetta per l’economia. I dazi doganali più alti imposti con la guerra commerciale potrebbero aumentare, infatti, l’inflazione Usa e costringere così la Fed ad alzare ulteriormente i tassi, facendo salire il dollaro e danneggiando sia le aziende esportatrici Usa che i mercati emergenti. 

Non solo: il protezionismo rischia “di turbare i mercati finanziari e frenare le spese in conto capitale, con gli investitori che si spaventano e le condizioni finanziarie che si irrigidiscono”. La conclusione a cui arriva Carstens non è affatto confortante, sia per i mercati che per l’economia.

“Questi rischi reali e di natura finanziaria potrebbero amplificarsi, creando una tempesta perfetta, facendo pagare un prezzo ancora più alto”, ha detto l’ex banchiere centrale del Messico.

Allontanarsi dal processo di globalizzazione, “potrebbe aumentare i prezzi, alzare la disoccupazione e azzoppare la crescita”.

Contestualmente al discorso di Casterns, la BRI ha pubblicato una nuova analisi, intitolata “Strutture globali di mercati e l’elevato prezzo del protezionismo”, in cui scrive di ritenere che la revoca del NAFTA sottrarrebbe $37 miliardi dal Pil del Canada, $22 miliardi da quello del Messico e $40 miliardi da quello degli Usa. I salari scenderebbero inoltre in tutto il Nord America.

Il consiglio di Carstens, se si considera l’immenso stock di dollari presi a prestito dal settore non bancario al di fuori degli Stati Uniti, pari a $11,5 trilioni, è il seguente:

“Le autorità delle economie avanzate non dovrebbero ignorare le prove crescenti del fatto che deprezzamenti improvvisi dei tassi di cambio riducono gli investimenti e la crescita economica delle economie dei paesi emergenti. Ciò ha implicazioni per tutti, visto che l’attività economica più debole riduce la domanda di beni  da parte delle economie avanzate”. E ancora, il verdetto: “Nel lungo termine, il protezionismo porterà non guadagni ma solo dolori (not gain but only pain”, e “non solo per gli Stati Uniti, ma per tutti noi”.