Spread e BTP, Di Maio smentisce rumor Bce: ‘non stiamo chiedendo aiuto a nessuno’. Ma Moody’s ricorda la scadenza che fa paura
Arrivano i rumor, arrivano le smentite. All’indomani delle indiscrezioni riportate da La Stampa, secondo cui il governo M5S-Lega starebbe valutando la richiesta, alla Bce, di un Quantitative easing bis, il vicepremier Luigi Di Maio nega tutto. “Noi non stiamo chiedendo aiuto a nessuno perché non c’è nessun attacco speculativo. Qualora dovesse esserci noi ci aspettiamo di capirne la natura, perché l’Italia non è nuova ad attacchi speculativi per far cadere i governi”, ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico.
Di Maio ha dunque smentito le indiscrezioni su una eventuale opera salvifica della Bce nei confronti dell’Italia, in un momento tra l’altro in cui il bazooka monetario QE lanciato da Mario Draghi ha i mesi contati. Il piano, che nel caso dell’Italia è stato considerato giustamente una sorta di scudo BTP, terminerà alla fine dell’anno.
Ma il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico lo ha chiarito: il governo italiano non sta chiedendo alla Banca centrale europea garanzie sul debito pubblico in caso di “attacchi speculativi”. Attacchi speculativi che secondo Di Maio ora non ci sono, ma che tutto il mondo della finanza teme nel momento in cui arriveranno nuovi dettagli sulla legge di bilancio per il 2019.
A tal proposito, sempre Di Maio aveva detto qualche giorno fa che quello di quest’anno sarà un “autunno caldissimo”, con una “legge di bilancio coraggiosa”.
Tra l’altro, occhio alla nuova minaccia che incombe sulle banche italiane, e di cui ha parlato qualche ora fa Moody’s. In una nota l’agenzia di rating ha fatto notare che tra il giugno del 2020 e il marzo del 2021 le banche italiane dovranno ripagare i prestiti a basso costo che hanno ottenuto dalla Bce attraverso il programma TLTRO. Somma da ripagare: 250 miliardi di euro.
Ieri l’effetto dei rumor della Stampa sui bond italiani è stato evidente, con i tassi a due anni che sono scivolati di ben 10 punti base all’1,19%. I tassi sui BTP decennali sono scesi di 5 punti base al 3,13%, portando lo spread BTP-Bund a scendere fino a 272 punti base, soglia attorno a cui oscilla oggi.
Alcuni trader hanno commentato il trend con il successo dell’asta dei BOT, mentre altri hanno fatto riferimento all’effetto delle ricoperture delle posizioni short dopo cinque giorni consecutivi di aumenti dei rendimenti.