Rischio Italia: oggi arriva il giudizio di Fitch, cosa c’è da sapere sul tema rating
Sui mercati europei l’Italia resta “una sorvegliata speciale”, con gli operatori che attendono di conoscere il giudizio che Fitch esprimerà sul suo rating (attualmente fissato a BBB con outlook stabile). Un primo banco di prova per il governo Lega-Movimento 5 Stelle, che si è insediato a circa tre mesi fa. La “pagella” dell’agenzia di rating statunitense arriverà a mercati chiusi e conterrà il giudizio sul Paese che è alle prese con la manovra 2019 e la gestione dei conti pubblici. Se Fitch si pronuncerà stasera, la sorella del rating Moody’s ha deciso di prendere tempo e rimandare la sua valutazione al dopo Def e manovra 2019 il giudizio sul rating del debito italiano. Tutto ruota proprio attorno ali contenuti della Legge di Bilancio, e in particolare alla linea che verrà seguita.
La tabella sottostante fotografa la situazione circa il rating storico italiano delle tre principali società di rating
È stata una calda estate per l’Italia che è tornata nel mirino dei mercati, con lo spread e i rendimenti che hanno nuovamente imboccato con decisione la strada rialzista. In un recente articolo, “The Financial Times” ha analizzato alcuni numeri ella Bce, mettendo in evidenza che a giugno il debito pubblico tricolore in mano agli stranieri è sceso di 38 miliardi di euro, accelerando rispetto ai 34 miliardi di uscite a maggio, che già rappresentava un record. Ma cosa temono gli investitori? “ono preoccupati per la politica fiscale che potrebbe essere perseguita dal nuovo governo”, sottolinea Matteo Ramenghi, chief investment officer Ubs WM Italy. “A nostro avviso, le deviazioni di deficit rispetto ai precedenti governi potrebbero rivelarsi limitate, ma l’incertezza resterà elevata fino alla presentazione del Documento di Economia e Finanza (27 settembre) e della legge di bilancio (inviata alla Commissione europea entro il 15 ottobre)”, aggiunge l’esperto.
Lo sguardo di Bce e degli istituzionali ai giudizi delle agenzie di rating
In attesa del giudizio di Fitch, Antonio Cesarano di Intermonte Sim, ha fornito alcuni “brevi chiarimenti” sul tema rating Italia. Sul fronte Bce, la regola base per essere ammessi all’interno del piano di QE è avere il rating investment grade da almeno una delle seguenti 4 agenzie di rating: DBRS, Fitch, Moody’s, S&P. “Al momento la situazione del rating italiano presenta un giudizio di 3 agenzie di rating di due notch sopra il livello di investment grade, DBRS con 3 notch sopra l’investment grade”, indica Cesarano, sottolineando che “l’eventuale downgrade da parte di 1 una delle 4 o da tutte e 4 non impatterebbe sull’ammissibilità al piano di QE. Per esser esclusi occorrerebbe che tutte e 4 ci dessero rating non investment grade”
Analizzando il comportamento dei fondi/istituzionali, “in genere la soglia critica è il passaggio al livello di non investment grade da almeno un paio di agenzie di rating, ad esempio Moody’s e S&P. Con i gestori che hanno soglie massime di titoli non investment grade detenibili in portafoglio ad esempio per categoria: corporate e govies”.
Altri ancora lavorano sul cosiddetto WARF (Weighted Average Rating Factor), ossia un fattore che consente di calcolare il rating medio del portafoglio. I regolamenti finanziari in questo caso stabiliscono il livello di WARF sotto al quale non andare.
“In ogni caso la conclusione è che se un emittente diventa non investment grade, diminuisce la platea dei suoi potenziali investitori”, spiega ancora l’esperto di Intermonte che ricorda anche l’impatto indiretto del downgrade dell’emittente sovrano, con i possibili downgrade dei principali attori finanziari di quel paese.
Ecco una tabella riepilogativa e di confronto con Portogallo, Grecia e Spagna