Banche toniche in Borsa, sostegno da proroga di sei mesi su Gacs da Bruxelles
Intonazione positiva a Piazza Affari per il comparto bancario sostenuto dalla decisione della Commissione europea di prorogare di sei mesi l’utilizzo delle Gacs, ossia lo schema di garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni dei crediti deteriorati. Una notizia che guida i rialzi delle principali big bank del Ftse Mib: Mediobanca avanza di oltre il 2,5% (posizionandosi in testa al Ftse Mib), seguita da Ubi Banca che sale dell’1,8%. Positiva anche Intesa Sanpaolo che segna una crescita di circa l’1 per cento. Dopo la richiesta di inizio estate, venerdì scorso la Commissione europea ha approvato la proroga di 6 mesi dell’utilizzo della Gacs. Lo schema, che era stato inizialmente approvato nel febbraio 2016, è stato esteso di altri sei mesi (fino al 7 marzo 2019).
“Le Gacs hanno aiutato le banche italiane a disfarsi di una significativa parte di Npl”, sottolineano gli analisti di Banca Imi che si sono soffermati nel report odierno sul comparto bancario italiano. “Finora 33 miliardi di sofferenze lorde sono state cedute attraverso gacs in sei diverse operazioni da cinque banche italiane – ricordano gli esperti della banca italiana -. Riteniamo positiva l’estensione perché aiuterà le banche italiane a completare i loro piani di derisking, che dovrebbero proseguire nei prossimi trimestri“.
“Aiutando le banche nella rimozione dei crediti deteriorati dai loro bilanci – si legge nella nota della Commissione europea -, lo schema rappresenta un importante tassello nella strategia italiana per affrontare le questioni legate alla qualità degli asset bancari e ha già dato un contributo significativo”.
Se l’estensione rappresenta indubbiamente una buona notizia per le banche, “Il Sole 24 Ore” pone l’accento sulla questione costi delle future Gacs. Sul quotidiano finanziario di sabato si legge: le future Gacs “vista la situazione di tensione sui mercati, considerato l’orizzonte temporale del paniere e il fatto che il prezzo viene definito nel momento dell’emissione, rischiano di rivelarsi tanto più costose quanto più la condizione di tensione sui mercati tenderà a perdurare”.