Borse prudenti in vista di nuovi dazi contro la Cina, a Piazza Affari giù le banche
Sui mercati prevale ancora la prudenza. Gli operatori si muovono cauti guardando ai negoziati commerciali in corso tra gli Stati Uniti e i suoi principali partner. Ieri Washington e Ottawa hanno ripreso le discussioni interrotte venerdì scorso per tentare di trovare una intesa sul nuovo Nafta. Per quanto riguarda la Cina, il presidente americano Donald Trump si è detto non ancora pronto a firmare un accordo con Pechino ma ha aggiunto che le trattative proseguono, anche se il rischio di nuovi dazi rimane dietro l’angolo. Oggi infatti si chiudono le consultazioni pubbliche per l’introduzione delle nuove tariffe (al 25% su 200 miliardi di beni cinesi importati dagli Usa). Già nei prossimi giorni potrebbero partire quindi i nuovi dazi, magari con un approccio a scaglioni, come già accaduto con quelli già in essere (50 miliardi divisi tra luglio ed agosto).
A questo si aggiungono i timori per la situazione precaria di alcuni paesi emergenti, in primis Argentina, Turchia e Sudafrica, che vedono le rispettive valute rimanere sotto pressione nei confronti del dollaro statunitense. I timori di un possibile contagio spingono gli operatori a correre ai ripari.
Sul fronte macro, gli ordinativi dell’industria in Germania a luglio hanno deluso le attese, registrando una nuova flessione dello 0,9% contro il +1,8% previsto dal consensus e dopo la brusca frenata di giugno (-3,9% rivisto da -4%). Attenzione ai dati in arrivo dagli Stati Unitin nel pomeriggio, tra cui spicca il sondaggio Adp sugli occupati non agricoli, in attesa dell’uscita domani del report ufficiale sul mercato del lavoro a stelle e strisce.
Situazione delicata per il Dax
In questo clima, le Borse europee, compresa Piazza Affari, hanno aperto in calo per poi limitare le perdite e muoversi sulla parità. Da monitorare in particolare il Dax di Francoforte, in bilico sulla soglia dei 12mila punti, dopo che ieri ha infranto un livello chiave qual era il supporto statico collocato a 12.100 punti. Ora a trattenere i corsi rimane il supporto statico dei 12.000 punti, il cui break in chiusura aprirebbe le porte ad ulteriori ribassi verso 11.730 punti. Al rialzo non basterà il recupero dei 12.100 punti, ma bisognerà superare i 12.600 punti per rimettere nel mirino i 13.000 punti.
Ieri Wall Street ha chiuso mista (male soprattutto il Nasdaq con un sell-off sui tecnologici) e questa mattina i listini asiatici hanno mostrato per la maggior parte segno meno. La piazza di Tokyo ha chiuso con un -0,41%, anche a causa del passaggio del tifone Jebi e del terremoto Hokkaido, Sydney ha lasciato sul parterre oltre l’1% mentre Shanghai e Hong Kong si muovono in calo, suggerendo una nuova seduta in rosso.
Focus su Piazza Affari, le banche tornano a scendere
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib segna un debole +0,06% in area 20.593 punti. La scena politica italiana con la nuova legge di bilancio rimane in primo piano. Oggi è previsto un nuovo vertice sulla a Palazzo Chigi, dopo la riunione di ieri tra il premier Giuseppe Conte e i viceministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Nella riunione, presenti anche i ministri economici del governo M5S-Lega. Si parla di una manovra che dovrebbe valere 25-30 miliardi di euro.
Tra i titoli, l’attenzione rimane alta sulle banche dopo che l’agenzia Fitch ha portato il rating di cinque istituti a negativo per allinearlo a quello del paese. I titoli del comparto finiscono così tra i peggiori, dopo il rally di ieri: a guidare i ribassi è Banco Bpm (ieri miglior titoli del Ftse Mib) che segna un -1,4%. Enel invece svetta sul listino principale con un +2,2% dopo la promozione di Goldman Sachs a buy dal precedente neutral. Rimbalzo di Telecom Italia (+1,6%) dopo i ribassi delle scorse sedute, mentre Vivendi ha attaccato la gestione del fondo Elliott definendola fallimentare.