Spread BTP-Bund: assist da asta Bot non basta. DBRS fiduciosa su legge di bilancio, ma non manca avvertimento
Lo spread BTP-Bund riceve un assist importante nella sessione odierna dai risultati positivi dell’asta con cui il Tesoro ha collocato Bot a 12 mesi per un valore di 12 miliardi di euro. Forte il calo dei rendimenti, che sono scesi dal precedente collocamento di ben 24 punti base, allo 0,436%. Il rapporto bid-to-cover si è attestato invece all’1,91%.
Lo spread scende fino al minimo intraday di 230,80 punti, a fronte di tassi decennali che arretrano fino al 2,72% circa. A metà giornata, tuttavia, il differenziale torna a salire fino a 240 punti base, e i rendimenti a salire fino al 2,81%, dopo aver testato ieri il minimo delle ultime sei settimane testato, al 2,7%. Si ricorda che i tassi sui BTP decennali sono scesi di 50 punti base dalla fine di agosto.
Incombe l’emissione dei BTP prevista per la giornata di domani, che avverrà per un valore di 7,75 miliardi di euro.
Sarà probabilmente quello il vero test per valutare l’appetito degli investitori per la carta italiana. Da non dimenticare inoltre neanche la riunione della Bce, in calendario nella giornata di domani, che sarà seguita dalla decisione sui tassi e dalla conferenza stampa di Mario Draghi. Si attendono eventuali delucidazioni soprattutto sul QE, o anche scudo BTP, la cui fine è prevista per la fine dell’anno.
Occhio oggi anche alla nota dell’agenzia di rating canadese DBRS che crede nell’impegno del governo guidato da Giuseppe Conte di rispettare i vincoli del bilancio dell’Unione europea. L’agenzia guarda alle recenti dichiarazioni dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini con favore, mettendo in evidenza come i toni siano diventati più soft, in merito al tetto del deficit-Pil fissato da Bruxelles al 3% e all’intenzione, più volte rimarcata negli ultimi giorni, di rispettarlo.
Certo, questo non significa che le trattative tra il governo M5S-Lega da un lato e la Commissione europea dall’altro sulla legge di bilancio andranno lisce come l’olio.
Tutt’altro: se l’esecutivo non indicherà in modo chiaro le coperture degli ambiziosi interventi che vuole concretizzare, e che sono contenuti nel contratto di governo, le trattative potrebbero essere “lunghe e complesse” e se l’Ue dovesse ravvisare il rischio di una deviazione significativa rispetto ai target strutturali che sono stati concordati in passato, non è escluso neanche che la Commissione decida di “bocciare la bozza di bilancio“.
E tuttavia, anche se si arrivasse a questo, il governo italiano potrebbe decidere di piegarsi alla volontà dell’Unione europea, smussando il suo programma. Allo stesso tempo, DBRS lancia un avvertimento: se invece “il governo decidesse di concretizzare a pieno le misure del contratto di governo senza fornire rassicurazioni sulle coperture, la sostenibilità del debito pubblico italiano verrebbe danneggiata in modo significativo”.