Notizie Notizie Mondo Materie prime in ripresa: cosa c’è alla base della performance solida

Materie prime in ripresa: cosa c’è alla base della performance solida

14 Settembre 2018 17:02

Dopo cinque anni di mercato ribassista, le materie prime mostrano segnali di ripresa con afflussi record. Che cosa c’è alla base di questa loro solida performance è quello che si chiede Aanand Venkatramanan, analista di ETF Systematic Strategies, Index Funds di Legal & General IM.

L’andamento attuale delle materie prime

L’andamento delle materie prime dipende, in gran parte – sottolinea l’analista – da fattori che non sono necessariamente collegati a quelli che muovono i mercati azionari e obbligazionari. ”Di conseguenza, i loro rendimenti tendono a essere meno correlati con le asset class tradizionali e fungono da strumento di diversificazione del portafoglio, grazie alla capacità di ridurre la volatilità complessiva dell’allocation e proteggere dall’inflazione”.

L’oro ha registrato afflussi relativamente forti nella prima metà del 2018 (circa 5 miliardi di dollari americani) a cui poi sono però seguiti deflussi, mentre il settore energy ha dato il maggior contributo ai rendimenti totali dell’indice delle broad commodities nel 2018, seguito dai cereali e dai metalli industriali. La performance dei cereali è stata invece determinata da una contrazione, più veloce di quanto atteso, delle scorte globali. I prezzi del petrolio potrebbero risentire delle incertezze relative all’offerta come conseguenza delle sanzioni USA all’Iran e dell’attuazione dei target produttivi concordati dall’OPEC a Vienna.

La view di Legal & General Investment Management

Secondo l’analista la combinazione di dinamiche positive di domanda e offerta e la ripresa del CBOE Volatility Index (VIX) dovrebbe continuare a sostenere le materie prime rispetto alle azioni e obbligazioni. Tuttavia si attende che la crescita si stabilizzi o entri in una fase di correzione del mercato, visto che le banche centrali si stanno direzionando verso il quantitative tightening. ”Considerata la correlazione tra la performance delle materie prime e l’aumento della crescita globale, una correzione del 20-30% nei mercati azionari potrebbe avere forti conseguenze negative per i flussi nelle materie prime”.