BTP: short selling o short covering? Commenti analisti UniCredit, Numen Capital e SocGen
Esiste un parametro ben preciso, e gli addetti al mondo della finanza lo conoscono, che può essere considerato uno strumento per monitorare le operazioni di short sui bond. Si tratta dei titoli in prestito, considerati praticamente un barometro dello short selling.
L’Ft riporta che, stando ai dati di IHS Markit, più di $35 miliardi di bond governativi italiani sono in prestito, in rialzo rispetto ai $23 miliardi della fine dello scorso anno e in linea con il valore dei bond in prestito a inizio giugno, quando si è formato in Italia il governo M5S-Lega.
Ciò significa che le scommesse ribassiste degli investitori sul debito italiano viaggiano al record dai primi giorni di quel sell off sugli asset italiani, che va avanti da cinque mesi a conferma di come, scrive il quotidiano britannico, i mercati temano le conseguenze che le proposte contenute nel contratto di governo e nella legge di bilancio del governo M5S-Lega possano avere sull’outlook dell’economia italiana.
Lo spread BTP-Bund è sotto controllo nella giornata di oggi, proprio nel giorno D-Day della manovra, in cui il decreto fiscale e il Dpb, documento programmatico di bilancio – che può essere considerato l’asse e della legge di bilancio – dovranno arrivare alle scrivanie della Commissione europea entro la mezzanotte.
Intervistata dall’Ft Chiara Cremonesi, analista di UniCredit, ha individuato due chiari episodi in cui gli investitori hanno shortato debito italiano, dall’inizio della fase di sell off iniziata cinque mesi fa.
“Un aumento delle posizioni short – ha detto – è avvenuto alla fine di agosto, quando la coalizione di governo ha iniziato a prepararsi alle trattative sulla propria manovra controversa; un altro incremento degli short è stato più recente, ed è avvenuto in concomitanza con l’escalation del dibattito politico sul deficit italiano“. Cremonesi ha spiegato: “Le prove dimostrano che gli short stanno aumentando e che con grande probabilità il mercato è ancora, nel complesso, short (sui titoli di stato italiani). Gli investitori stanno scommettendo su un risultato più negativo rispetto alla situazione attuale, come un downgrade sul debito”.
Filippo Lanza, responsabile investimenti presso l’hedge fund con sede a Londra Numen Capital, ritiene invece che i recenti movimenti di mercato implichino che gran parte del rischio “sia già nel prezzo”, ovvero che sia stata già scontata.
A suo avviso, “i bond italiani stanno già scontando le revisioni al ribasso (dei rating) da parte di Moody’s e S&P, e un confronto con la Commissione europea”. Ancora Lanza: “il mercato crede che il governo abbia fissato come target uno spread a 400 punti base, ma noi, in corrispondenza di un valore compreso tra 325 e 350 punti base stimiamo operazioni di short covering, visto che il mercato sta scontando la strategia del governo e che, alla fine, crediamo che un compromesso tra le controparti sarà trovato”.
Dal canto suo Ciaran O’Hagan, responsabile della divisione di strategia sui tassi dell’Eurozona presso Société Générale, ha affermato che la banca ha una “tattica short di breve termine” sui bond italiani, ma che “nel lungo termine la view rimane in equilibrio”.
O’Hagan spiega la sua view sottolineando che è probabile che alcuni fattori tecnici propri dei mercati finiscano con il frenare la voglia di short degli investitori.
“Detenere una posizione short sui bond italiani è molto costoso per gli investitori – ha spiegato – Gli investitori hanno bisogno di una qualche prospettiva sulla volatilità che avalli una scommessa short. E, se dopo i giudizi delle agenzie di rating non ci sarà la prospettiva di una volatilità immediata, ci sarà il rischio reale che gli investitori underweight tornino a essere neutral, acquistando alla fine il debito di un governo in cui non ripongono grande fiducia”.