Acquisti sui BTP dopo ok governo a manovra. Tassi in ritirata, investitori guardano a rassicurazioni di Tria
Non solo BTP, che rimangono comunque osservati speciali in attesa di conoscere la risposta di Bruxelles al Draft Budgetary Plan, il piano di bilancio, che il governo M5S-Lega ha inviato – rispettando la scadenza – entro la mezzanotte della giornata di ieri, 15 ottobre.
Stamattina il trend del debito italiano è positivo. I tassi scendono tra i 5 e i 14 punti base lungo la curva dei rendimenti, e lo spread con i Bund a 10 anni si restringe fino a 297 punti base.
I mercati guardano con favore alle dichiarazioni proferite dal ministro dell’Economia Giovanni Tria nella conferenza successiva al Consiglio dei ministri che si è tenuto ieri e che ha dato il via libera al decreto fiscale e alla legge di bilancio 2019.
Tria ha affermato che “non vogliamo far saltare in aria l’Europa”, smentendo anche i rumor sulle sue dimissioni.
“Non sono portato al masochismo, di subire tutta legge di bilancio e la discussione per dimettermi dopo, smentisco, non avrebbe senso”.
Intervistato da Reuters Christian Lenk, strategist dei tassi presso DZ Bank, ha commentato il trend dei bond italiani sottolineando che “la ragione principale del calo dei rendimenti è che Tria continua a rimanere fedele al governo e a difendere la manovra, e tale fattore è positivo per i mercati”.
Tra l’altro, “abbiamo già scontato diverse notizie negative sull’Italia, dunque per alcuni investitori il paese potrebbe tornare ad apparire, a questo punto, interessante”.
Gli acquisti sono tali che i tassi a due anni sono scesi fino a -14 punti base, al minimo di una settimana, ovvero all’1,60%, mentre i tassi decennali sono calati fino a -8 punti base al 3,48%. Lo spread è scivolato fin sotto quota 300, allontandosi dal record in cinque anni testato la scorsa settimana, attorno a 315 punti base.
Occhio anche ai titoli di stato portoghesi, dopo che l’agenzia di rating Moody’s ha rivisto al rialzo il rating sul debito di Lisbona di un gradino, dal girone “junk” a quello di “investment-grade”.
Moody’s è stata l’ultima tra le tre principali agenzie di rating a far uscire il Poirtogallo dal giudizio “spazzatura” (junk, per l’appunto), attribuito al paese durante la crisi dei debiti sovrani in Eurozona. Il rating è stato alzato da “Ba1” a “Baa3” lo scorso venerdì: l’upgrade è stato motivato con i miglioramenti che hanno interessato l’economia e i conti pubblici del paese. I tassi decennali portoghesi si aggirano attorno al 2%.
Secondo Lenk, è improbabile che la promozione scateni forti flussi di capitali in entrata, visto che il Portogallo fa già parte di diversi indici a cui appartengono bond investment grade. Tuttavia, “anche se non sorprendente, (l’upgrade) potrebbe portare gli investitori a dare un secondo sguardo ai bond governativi portoghesi”.