Oggi giudizio Ue, ma ci sarebbe ‘manovra di scorta’. Bce teme corsa sportelli, ‘attenzione’ banche italiane
A dispetto dell’atteggiamento sicuro che presentano e dei toni con cui minimizzano le conseguenze di una bocciatura della manovra da parte di Bruxelles, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini proprio sereni non sono. Non lo sono se è vero quanto riporta oggi il Messaggero, ovvero che il piano B per l’Italia ci sarebbe eccome. Tutto questo, mentre c’è il faro della Bce e di Bankitalia sulla liquidità delle banche italiane, come scrive sempre il quotidiano romano.
Oggi è una giornata campale per l’Italia, per l’Unione europea, per l’Eurozona, per gli europeisti e per i sovranisti.
La Commissione europea esprimerà infatti il suo giudizio ufficiale sulla legge di bilancio del governo M5S-Lega, dopo la risposta che il ministro dell’economia Giovanni Tria ha dato ieri alla lettera di chiarimenti sulla manovra consegnata personalmente a lui dal commissario Pierre Moscovici, la scorsa settimana.
La bocciatura viene data per scontata dallo stesso Salvini che ieri, uscendo dal ristorante dove ha cenato con l’altro vicepremier Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte al termine di un vertice a Palazzo Chigi, lo ha detto chiaramente: “La bocciatura della manovra è pressoché certa. Ma se uno è convinto di quello che fa, come noi, va avanti” .
Ma sono davvero così convinti? Secondo Il Messaggero il governo starebbe pensando a una “rimodulazione’ del reddito di cittadinanza e di quota 100 per la pensione, se i mercati finanziari dovessero colpire duro e se lo spread schizzasse alle stelle. Arrivando anche a trattare con la Ue. E ieri il presidente del Consiglio ha avuto colloqui telefonici con Jean-Claude Juncker e Angela Merkel”.
Precisamente, si legge nell’articolo del Messaggero che parla di una “manovra di scorta“, “se le cose si dovessero mettere davvero male, il reddito di cittadinanza e la revisione della legge Fornero potrebbero essere rinviati, o diluiti”
“Questo perché – si legge ancora nell’articolo – con i tassi d’interesse in pericolosa ascesa e il sistema bancario sull’orlo del tracollo, il ritorno elettorale (alle elezioni europee di maggio) delle due misure volute da 5Stelle e Lega rischierebbe di essere cancellato. Meglio dunque in questo caso, per Salvini, schiacciare sul pedale del freno. Più cauto Di Maio che non si dà pace all’idea di dover rinviare, o limitare, il reddito.
“Questo, appunto, è il piano B. Quello che scatterebbe se venerdì Standard & Poor’s dovesse praticare un declassamento del debito italiano più violento di quello di Moody’s e se i mercati, dopo la prevista e scontata bocciatura della manovra economica oggi da parte della Commissione Ue non dovessero concedere margini d’azione”.
In un altro articolo, il quotidiano romano parla appunto del monitoraggio sulla liquidità delle banche avviato dalla Bce e da Bankitalia.
Si fa riferimento a “un doppio check dei regolatori sulle condizioni delle banche che possono avere finalità diverse. Il livello Lcr (Liquidity coverage ratio) prescrive che l’istituto abbia attivi liquidi di altà qualità noin vincolati, composti da contanti e attività subito convertibili in cash per soddisfare un bisogno di liquidità nell’arco di 30 giorni in uno scenario di stress predefinito dall’Autorità. Questo indicatore, che doveva essere maggiore del 60%, ora deve essere più alto del 100%”.
In particolare, continua l’articolo, la Bce di Mario Draghi “suppone che l’aumento dello spread ormai da un mese in altalena attorno a quota 300 possa alla lunga generare timori tra i risparmiatori, specie quelli che hanno il conto presso gli istituti più vulnerabili sotto il profilo patrimoniale. Sicché alcune banche sono ‘attenzionate’ più di altre”.
A tal proposito, oggi Il Sole 24 ore riporta che dalle elezioni ad oggi in Italia si sono “bruciati” l’equivalente di 300 miliardi di euro di risparmi e ricchezza, in svalutazioni su titoli di Stato, azioni e obbligazioni societarie. I numeri arrivano dalle stime elaborate dal sociologo Luca Ricolfi della Fondazione David Hume, che precisa che “le perdite calcolate sono ovviamente virtuali, e potrebbero essere riassorbite, o tramutarsi in guadagni, ove la situazione economica e le valutazioni dei mercati nei prossimi mesi o anni dovessero evolvere positivamente”.
Il Sole 24 Ore fa notare che, rispetto ai livelli del 28 febbraio 2018, appena prima delle elezioni del 4 marzo, il valore di mercato di obbligazioni (sia societarie che governative) e delle azioni quotate a Piazza Affari è diminuito di 198 miliardi di euro, oltre il 10% del Prodotto interno lordo. Se poi si aggiungono i titoli di Stato detenuti dalla Banca d’Italia e da investitori esteri il passivo potenziale cresce a 304,7 miliardi.
“La ‘spreadonomics’ non perdona – scrive il quotidiano di Confindustria – i governi non possono affrancarsi dal giudizio degli investitori”.
Tornando al faro di Bce e Bankitalia sulle banche italiane, secondo Il Messaggero la Bce dalla scorsa settimana ha organizzato più conference call con le banche significant, vale a dire Intesa SanPaolo, UniCredit, Banco BPM, Ubi, Mps, Mediobanca, Carige, Bper, Pop Sondrio, Credem, Iccrea. E ha fatto sapere che queste verifiche settimanali si protrarranno. Un paio di volte la settimana, invece, questi istituti, ma anche gli altri della fascia intermedia, devono comunicare a Bankitalia lo stato della loro liquidità”.
Ma cosa emerge da questi controlli? Il Messaggero scrive che “dal check up in corso da parte dell’Authority europea e di Bankitalia, che chiede per iscritto due volte la settimana gli stessi dati, sta emergendo che quasi tutte le grandi banche sono al sicuro, con accentuazioni diverse, nel senso che sono numerose quelle che vantano una posizione molto sopra quota 100%, qualcuna è vicina alla soglia.