Notizie Notizie Italia Manovra Italia, spread stabile post bocciatura Ue: attesa per giudizio S&P e le prossime tappe con Ue

Manovra Italia, spread stabile post bocciatura Ue: attesa per giudizio S&P e le prossime tappe con Ue

24 Ottobre 2018 11:48

Spread Btp/Bund che appare sotto controllo in mattinata in area 315 punti base, all’indomani della bocciatura da parte della Commissione europea alla legge di bilancio del governo M5S-Lega. Ora l’Italia ha tre settimane di tempo per presentare una nuova bozza di manovra. Ieri il differenziale tra il decennale italiano e quello tedesco era scattato verso quota 320 punti base dopo l’ufficializzazione del giudizio Ue, dopo avere trascorso la mattinata in area 300 punti.
“Il Governo ha 3 settimane per rielaborare la manovra e ottenere l’approvazione, in assenza della quale l’Unione europea potrebbe aprire una procedura per infrazione su deficit. Resta da capire che spazio ci sia per una correzione (probabilmente poco in questa fase)”, commenta Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners sgr. Secondo l’esperto un’altra questione da valutare sarà la posizione del Quirinale, che “potrebbe eccepire alcuni aspetti della legge e rifiutarsi di firmarla”.

Gli analisti di Barclays non cambiano idea e ritengono che “fintanto che le pressioni sui mercati finanziari rimarranno gestibili, il governo probabilmente si atterrà al suo piano fiscale e alla strategia di mantenere un certo grado di tensione con le istituzioni dell’Ue, dato che continua a pagare in termini di popolarità”. “I recenti commenti di Conte e Giorgetti – spiegano ancora da Barclays – confermano il nostro punto di vista secondo cui il governo resta sensisbile alle condizioni del mercato. Pensiamo che se le pressioni del mercato dovessero intensificarsi, Movimento Cinque Stelle e Lega dovranno decidere se cambiare la loro posizione fiscale nell’interesse di una stabilità politica o giocare il ruolo delle vittime, con l’obiettivo di formare una coalizione alternativa di governo (via più congeniale ai grillini) o un ritorno alle urne (strada preferita dalla Lega)”.

Le prossime tappe…
Come richiesto da Bruxelles, l’Italia dovrà rispondere alla Commissione europea entro tre settimane (entro il 13 novembre). L’Europa dovrà a sua volta decidere come procedere entro il 30 novembre, fornendo la propria opinione sulla Legge di Bilancio italiana. Intanto l’Eurogruppo potrebbe iniziare a discutere la situazione a inizio novembre (dovrebbe esserci un meeting il prossimo 5 novembre, non c’è ancora un’agenda ufficiale), prima della pubblicazione da parte della Commissione europea delle previsioni autunnali (in calendario 8 novembre). A inizio dicembre è fissata la prossima riunione del consiglio Ecofin.

S&P seguirà i passi di Moody’s?
La bocciatura della Commissione europea che non ha colto di sorpresa, arriva dopo che i mercati avevano in qualche modo digerito il downgrade di Moody’s (definito da alcuni operatori market friendly alla luce dell’outlook stabile). E adesso, mentre il confronto tra il Governo Conte e la Commissione europea prosegue, si attende il giudizio di S&P che arriverà a fine settimana.
“Data la fluidità degli sviluppi, ci aspettiamo che S&P segua le orme di Moody’s e si muova di una tacca al massimo in questa fase, in attesa di ulteriori informazioni – afferma Mohammed Kazmi, portfolio manager, macro strategist di Union Bancaire Privée (UBP) -. Inoltre, riteniamo che sia nell’interesse sia della Commissione Europea che del governo italiano raggiungere una sorta di compromesso sulla legge di bilancio, invece di alimentare una ulteriore e più forte ondata di pessimismo”.

L’esperto di UBP sottolinea, tuttavia, che “la situazione potrebbe peggiorare prima di migliorare, in quanto i membri del governo hanno citato uno spread di 400 punti base come livello al quale sarebbero costretti ad adeguare i loro piani di bilancio, il che suggerisce che da parte loro potrebbero non esserci passi indietro imminenti, agli attuali livelli di spread”. “Al momento, dato il fragile clima di mercato, la scarsa liquidità e un governo imprevedibile, il rapporto rischio/rendimento che comporta la detenzione di asset italiani resta poco interessante – aggiunge Kazmi -. Qualora le valutazioni dovessero migliorare ulteriormente con l’avvio dei negoziati tra la Commissione e il governo, si creerebbe un punto di ingresso migliore per aumentare le posizioni”.