Bce, Draghi ammette rischio Italia e pericoli per banche. Ma ‘non è compito Bce finanziare i deficit’
I tassi di interesse rimangono dove sono ora, e rimarranno così almeno fino all’estate del 2019, per più tempo se ce ne sarà bisogno. Il piano di Quantitative easing procederà al ritmo di acquisti di asset per un valore di 15 miliardi al mese fino a dicembre. Poi, quello che è noto anche come scudo dei BTP, sarà stoppato. Gli annunci che arrivano dalla Bce nella giornata di oggi, poi confermati dal numero uno Mario Draghi, non presentano alcuna rilevante novità. Tutto sarà come prestabilito.
Tutto bene? Non proprio, visto che l’economia dell’Eurozona, e lo ha dimostrato più di un dato, sta mettendo il freno, tanto che è lo stesso Draghi a dirlo. E, anche – o soprattutto -, se si considera che l’Italia rimane osservata speciale, insieme alle sue banche, a causa del braccio di ferro in corso tra il governo M5S-Lega e la Commissione europea sulla legge di bilancio per il 2019. Braccio di ferro che ha portato lo stesso ministro dell’economia Giovanni Tria a dire che, a questi livelli, lo spread non è sostenibile, in quanto comporta rischi per l’intero sistema bancario italiano.
In queste ore si torna a parlare della necessità di varare aumenti di capitale per le banche italiane, di doom loop, di effetti che il continuo rialzo dei tassi sui BTP avrà sulle posizioni patrimoniali degli istituti di credito.E di questo è consapevole prima di tutto Mario Draghi, che comunque mette le mani in avanti affermando di non avere la sfera di cristallo. Per aggiungere poi che, visto che le banche hanno comunque in portafoglio bond italiani, è ovvio che una diminuzione del loro valore incide sui loro livelli di capitali.
Nonostante questo, a parte qualche consiglio su come evitare il peggio, come per esempio quello di non mettere in dubbio l’esistenza dell’euro, Draghi non sfodera soluzioni pratiche.
Ammette tutte le difficoltà dell’Italia, sottolineando che, se i tassi salgono, diminuiscono anche gli spazi di manovra di bilancio. E riconosce le conseguenze della tensione presente sul mercato dei titoli di stato italiani, laddove afferma che il rialzo dello spread si è tradotto in un aumento dei tassi sui mutui e sui prestiti. Ma allo steso tempo rende noto che nella riunione odierna della Bce non si è parlato, riguardo all’Italia, né della possibilità di espandere il QE né di nessuna altra misura. D’altronde, non è nostro compito finanziare i deficit.
L’impressione è che questa volta la Bce abbia lasciato l’Italia del M5S-Lega sola ad affrontare i suoi guai.