Netflix, tempi d’oro dei lockdown da Covid finiti? Titolo crolla del 20% a Wall Street dopo outlook deludente
Per Netflix, i tempi d’oro vissuti nel periodo più buio del Covid, sembrano ormai lontani, come era d’altronde prevedibile. Il colosso dello streaming si è confermato tra i vincitori della pandemia, beneficiando delle varie misure di restrizioni, culminate in lockdown e in diktat ‘stay at home’ e lanciate soprattutto nel 2020 inizio 2021, al fine di arginare la diffusione del virus.
In quei mesi, milioni di consumatori di tutto il mondo, costretti a rimanere nelle loro abitazioni, hanno trovato altri modi per trascorrere il tempo libero: e il boom di iscrizioni a Netflix, così come ad altri servizi di intrattenimento indoor, sono volati. Ma quel periodo è passato.
Con l’arrivo dei vaccini, i consumatori hanno riscoperto le attività all’aperto ed avere la meglio sono stati, a livello di quotazioni in Borsa, i titoli ‘reopening’, a dispetto dei titoli ‘lockdown’.
I numeri dell’ultima trimestrale di Netflix confermano la fine del periodo d’oro, già messa in conto.
Occhio anche al paragone con il bilancio del terzo trimestre, quando molto alta era stata l’aspettativa per Squid Game, la serie televisiva coreana diventata in pochi giorni dal suo sbarco una sorta di ossessione globale, divertendo gli adulti passionati al genere e facendo rizzare i capelli per la paura a diversi genitori.
A tal proposito, il co-ceo e responsabile dell’unità di contenuti Ted Sarandos ha rivelato che la seconda stagione della serie ci sarà: “Assolutamente”, ha detto in risposta a una domanda: “L’universo Squid Game è iniziato”.
Squid Game si conferma la serie televisiva più guardata nella storia di di Netflix.
Netflix: outlook deludente, titolo affonda. In fumo $45 miliardi
E’ l’outlook che Netflix ha diramato, contestualmente alla pubblicazione della trimestrale, che ha deluso il mercato, già spiazzato dai numeri relativi alla crescita degli abbonati durante il quarto trimestre del 2021: il peggio è che, per il primo trimestre del 2022, il colosso americano dello streaming stima una crescita degli abbonati più lenta delle attese.
Immediata la reazione del titolo Netflix, crollato nelle contrattazioni afterhours di Wall Street del 20% : un ribasso che, fa notare un articolo di MarketWatch, significa che è andata in fumo una capitalizzazione di quasi $45 miliardi, su un valore di mercato complessivo che, alla fine della giornata di contrattazioni di ieri, era superiore ai $225 miliardi.
Vale la pena a tal proposito di sottolineare che il titolo Netflix ha perso più del 12% nell’arco degli ultimi 12 mesi, sottoperformando in modo evidente il trend dello S&P che, nello stesso arco temporale, è cresciuto del 17%.
Ma veniamo ai numeri chiave, quelli della crescita dei nuovi abbonati nel quarto trimestre e nell’intero 2021: nel quarto trimestre del 2021, il numero di abbonati di Netflix è cresciuto su base netta di 8,28 milioni di unità, meglio della crescita di 8,19 milioni stimata dagli analisti. Tuttavia, il numero è inferiore alla crescita di 8,5 milioni di abbonati segnata da Netflix esattamente l’anno precedente, nel quarto trimestre del 2020.
Nell’intero 2021, inoltre, la crescita è stata di 18,2 milioni di nuovi abbonati, meno della metà dei nuovi abbonati che Netflix era riuscita ad attrarre nei primi sei mesi del 2020.
Sconfortante l’outlook: per il primo trimestre del 2022, il gruppo prevede un aumento dei nuovi abbonati, su base netta, di appena 2,5 milioni di unità, decisamente al di sotto dei 3,98 milioni di nuovi abbonati del primo trimestre del 2021, e ancora peggio rispetto ai +6,93 milioni attesi dagli analisti, secondo le stime di StreetAccount. Gli analisti intervistati da FactSet avevano previsto un numero anche superiore, pari a +7,25 milioni di abbonati.
Una giustificazione, in realtà, c’è, ed è stata data dagli stessi vertici del gigante americano: se durante il periodo della stagione natalizia, il colosso ha caricato nuovi contenuti, tra cui le nuove stagioni di alcune serie TV popolari, come di “The Witcher”, e “Emily in Paris”, aggiungendo anche film importanti, come “Don’t look up” e “Red Notice”, per il primo trimestre del 2022 non sono attese grandi novità.
In una lettera agli azionisti, la società ha ammesso che la “guidance riflette una selezione di contenuti più ponderata per il back-end (per esempio, ‘Bridgeton’ 52 e il nuovo nuovo film originale ‘The Adam Project’ saranno lanciati entrambi a marzo)”.
Netflix ha fatto notare anche che “sebbene la fidelizzazione e l’engagement, ovvero il coinvolgimento, versino in buone condizioni di salute, la crescita dell’acquisizione (del traffico) non è tornata ancora a riaccelerare ai livelli precedenti il Covid”. E “noi crediamo che ciò possa essere dovuto a diversi fattori, come il continuo persistere del Covid e le difficoltà macro-economiche in diverse parti del mondo (in particolare in America Latina).
Netflix: fatturato 2021 +19% a $30 MLD, utile operativo +35%
Riguardo ai numeri dell’intero 2021, nel bilancio diffuso da Netflix si legge che “il fatturato dell’intero anno, pari a $30 miliardi, ha segnato una crescita del 19% su base annua, mentre l’utile operativo si è attestato a $6,2 miliardi, in rialzo del 35% su base annua”.
In tutto, il gruppo ha “completato il quarto trimestre con un numero di abbonati di 222 milioni (con una aggiunta di 8,3 milioni nel quarto trimestre)”.
Nel solo quarto trimestre del 2021, Netflix ha riportato utili per $607 miliardi, o un utile per azione di $1,33, facendo molto meglio degli 82 centesimi per azione attesi dagli analisti intervistati da Refinitiv, e in crescita rispetto agli $1,19 per azione dello stesso periodo dell’anno 2020. Il fatturato si è attestato a $7,71 miliardi, come previsto dal consensus, in rialzo del 16% su base annua, a fronte di un margine operativo è ammontato all’8%, in calo di sei punti percentuali su base annua. Nell’intero 2021, il margine operativo è cresciuto al 21% dal 18% del 2020.
Il colosso ha commentato i risultati affermando che, “anche in un mondo di incertezza e di competizione crescente, siamo ottimisti sulle nostre prospettive di crescita di lungo termine, con lo streaming che continua a soppiantare l’intrattenimento lineare in tutto il mondo. Continuiamo a migliorare Netflix, in modo tale da poter soddisfare i nostri clienti, e per guidare questa transizione”.
Riguardo alla competizione sempre più agguerrita delle sue rivali, la società ha ammesso che questa è stata un fattore che ha contribuito al rallentamento. Detto questo, in passato Netflix aveva anche detto che la concorrenza di Apple e Disney “non avrebbe avuto un effetto determinante sulla sua crescita”.
“I consumatori hanno sempre avuto molte scelte riguardo a come trascorrere il loro tempo libero, e la competizione si è intensificata solo nel corso degli ultimi 24 mesi, con le società di intrattenimento di tutto il mondo che hanno sviluppato le proprie offerte di streaming – aveva precisato il gruppo – Sebbene l’aumento della competizione possa condizionare in qualche modo la nostra crescita, continuiamo a crescere in ciascun paese e in ciascuna regione in cui queste nuove alternative di streaming sono state lanciate”.
Qualche giorno fa Netflix si è messa in evidenza per aver annunciato di aver alzato il costo mensile del suo abbonamento base negli Stati Uniti e in Canada di 1 dollaro, portandolo a $9,99.
Il costo del piano premium è stato alzato invece da 17,99 a 19,99 dollari, mentre l’abbonamento standard costa ora $15,49, rispetto ai $13,99 precedenti.