Fine miracolo Amazon? Peggior tonfo in due giorni da 2014, in un mese bruciato il 23%
Fine del miracolo Amazon? Cosa sta succedendo al titolo che, con la sua corsa, aveva permesso al colosso retail online guidato da Jeff Bezos di raggiungere, all’inizio di settembre, l’ambita meta di $1 trilione di valore di mercato? Niente di buono, questo è sicuro, se si considera che solo nella sessione di ieri la caduta è stata di ben -6,3% e che il ribasso archiviato nelle ultime due sessioni è il peggiore in più di quattro anni. Praticamente, stando ad almeno agli ultimi giorni di contrattazioni a Wall Street, l’impressione è che gli investitori abbiano optato per il fuggi fuggi dal titolo. Come per il fuggi fuggi, in generale, dai titoli FANG (Facebook, Amazon, Netflix, Google) o, includendo anche Apple, i titoli FAANG.
Ieri l’azione è scesa di $103,93 per terminare la sessione a $1.538,88, dopo aver perso $139,36, o il 7,8% lo scorso venerdì. Sommando i ribassi, si arriva a una flessione -13,7% in due giorni, che è la peggiore dal febbraio del 2014, quando in due sedute il titolo era capitolato del 14,1%.
I sell off, che nell’ultimo mese hanno provocato una caduta di ben -23%, hanno portato Amazon a scivolare al minimo dallo scorso aprile. Non che le cose vadano meglio per altri titoli che, come Netflix, sono stati i preferiti degli investitori che puntano sull’hi-tech visto che Netflix, per esempio, in due sessioni ha ceduto -9%.
Nel caso di Amazon, il risultato è che le vendite hanno bruciato in appena due sessioni $119 miliardi, dopo che – comunque brevemente – il gigante online era riuscito a flirtare con la capitalizzazione di mercato di $1 trilione lo scorso 4 settembre, conrfermandosi la seconda società americana quotata in Borsa a centrare l’obiettivo, dopo Apple, che aveva tagliato il traguardo lo scorso 2 agosto.
Alla fine della sessione di ieri a Wall Street, Amazon valeva $752,5 miliardi, rispetto agli $871,5 miliardi a cui era stata scambiata lo scorso giovedì, prima della pubblicazione di utili deludenti. La delusione è stata per l’outlook – tra l’altro l’outlook per la stagione di shopping natalizio -, con cui la società ha detto di prevedere una crescita del fatturato, nel quarto trimestre, compresa tra il 10% e il 20%, in deciso ribasso rispetto al +30% del giro d’affari archiviato nel terzo trimestre.