Allarme Visco: 82 miliardi di titoli italiani scaricati da investitori esteri. Tria: ‘deficit sostenibile’
Giornata mondiale del risparmio, organizzata da Acri e Ipsos: la crescita dell’Italia e il rischio legato al suo debito sovrano, mentre Roma e Bruxelles litigano sulla legge di bilancio varata dal governo M5S-Lega, sono al centro dei riflettori. Ne parla ampiamente il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, facendo riferimento all’emorragia di capitali che sta interessando gli asset finanziari del paese, con tanto di cifre. Ne parla, con toni totalmente diversi, il ministro dell’economia Giovanni Tria, che sale sullo stesso palco cercando, per l’ennesima volta, da guardiano dei conti pubblici italiani, di rassicurare i presenti, l’Italia intera e anche Bruxelles.
Così Visco riassume gli effetti del rialzo dei rendimenti dei titoli di stato:
“Il rialzo dei premi per il rischio sul debito pubblico produce perdite in conto capitale che peggiorano la situazione patrimoniale delle banche; incide sul costo e sulla disponibilità dei finanziamenti che gli intermediari raccolgono sul mercato e sulla loro capacità di fornire credito all’economia”. E le famiglie italiane non sono certo esenti dal rischio spread.
“Direttamente o indirettamente il rischio sovrano ricade sulle famiglie italiane. Non solo esse detengono titoli pubblici per un valore nominale di quasi 100 miliardi, ma all’attivo degli intermediari a cui esse affidano i loro risparmi – nella forma di depositi bancari, di polizze assicurative, di quote di fondi pensione, di risparmio gestito – vi sono titoli pubblici per circa 850 miliardi“.
Il balzo dello spread ha fatto già abbastanza danni, facendo fuggire non pochi investitori. E Visco lo dimostra facendo notare nel suo discorso che, di fatto, “da maggio ad agosto gli investitori esteri hanno effettuato vendite nette di titoli italiani per 82 miliardi, di cui 67 relativi a titoli pubblici. L’ammontare risulta elevato anche quando si tiene conto del fatto che le emissioni nette del Tesoro sono state negative in giugno e in agosto (complessivamente per 17 miliardi). Al deflusso di capitali hanno contribuito gli acquisti netti di titoli esteri da parte dei residenti (pari a 18 miliardi, in gran parte nel mese di agosto)”. Emorragia di capitali dall’Italia, dunque.
Agli alert di Visco si aggiungono anche quelli di altri alti rappresentanti del mondo della finanza italia, come Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, per esempio, che lancia un monito al governo, invitandolo a non sacrificare il risparmio delle famiglie italiane sull’altare del debito pubblico.
Ma poi sale sul palco Tria, e il tono si fa del tutto diverso. Il ministro rassicura che “gli interventi proposti nella legge di bilancio non impattano sul conto economico degli istituti di credito” già messo “sotto pressione” dagli alti livelli di spread e dalle turbolenze dei mercati e sottolinea, anche, che “il sistema bancario è solido”, garantendo la vigilanza del governo, “sull’evolvere della situazione perché il sistema non venga messo in difficoltà dalle turbolenze”.
Detto questol, al momento non è al vaglio del governo nessuna ipotesi di intervento: “Il nostro sistema bancario sta via via acquistando maggiore solidità e non si ravvisano ipotesi di intervento nel settore. Il Governo sta vigilando sull’evolversi della situazione. In ogni caso qualsiasi intervento sarà implementato in conformità con la normativa vigente”.
La bontà della manovra viene difesa per l’ennesima volta, con il target sul deficit che viene definito “sostenibile e responsabile”. Con le misure contenute nella legge di bilancio, Tria parla così di “certezza di ridurre il rapporto debito-Pil nei prossimi anni”.
“Il dialogo con la Commissione europea deve continuare – prosegue il titolare del Tesoro – perché una Italia che cresce non fa solo bene solo all’Italia ma fa bene anche all’Europa”.