Notizie Valute e materie prime La Boe si interroga su cosa fare in caso mancato accordo sulla Brexit

La Boe si interroga su cosa fare in caso mancato accordo sulla Brexit

1 Novembre 2018 16:52

“Il Comitato per la politica monetaria della Bank of England risponderà a qualsiasi cambiamento sostanziale nelle prospettive, aggiustando la politica in entrambe le direzioni”. Così oggi il governatore del Boe, Mark Carney, ricordando che una Brexit senza accordo può portare a brusco calo della crescita.

Una Brexit disordinata provocherebbe, a detta della Bank of England, ritardi alle frontiere, interruzioni della catena di approvvigionamento e aumenti dei costi delle materie prime e dei semilavorati, danneggiando pesantemente la capacità produttiva delle società britanniche. E in tale scenario la Boe ammette che la politica monetaria potrebbe fare poco per contrastare questi fattori di rischio.

Allo stesso tempo un mancato accordo sulla Brexit porterebbe a un aumento delle pressioni inflattive in scia al probabile indebolimento della sterlina, facendo intendere che la risposta in termini di politica monetaria potrebbe anche essere un aumento dei tassi.

La Bank of England, che oggi ha lasciato i tassi di interesse invariati, ha indicato che ulteriori aumenti saranno a un ritmo graduale in quanto monitora gli sviluppi con i negoziati Brexit in corso tra il Regno Unito e l’Unione europea. 

Il comitato di politica monetaria della BoE ha votato all’unanimità per mantenere i tassi stabili allo 0,75%, in linea con quanto atteso dagli analisti. “Eventuali aumenti futuri dei tassi saranno probabilmente ad un ritmo graduale e in misura limitata”, scrive la Boe.

Le attese del mercato sono per una Boe attendista sul fronte politica monetaria in modo da vedere come finiranno i negoziati sulla Brexit. L’istituto centrale potrebbe aspettare fino a maggio 2019 prima aumentare nuovamente i tassi, nell’ipotesi che il Regno Unito lasci l’UE con un accordo.

Sul forex la sterlina sale con decisione (GBP/USD a 1,295, +1,44%) sostenuta anche dalle indiscrezioni circa l’imminente raggiungimento di un accordo tra Regno Unito e UE che consentirà alle società di servizi finanziari britannici con sede nel Regno Unito di avere accesso continuato ai mercati europei dopo la Brexit.