Notizie Notizie Mondo La rivincita delle banche italiane sui grandi nomi britannici. Banco BPM meglio di Barclays

La rivincita delle banche italiane sui grandi nomi britannici. Banco BPM meglio di Barclays

5 Novembre 2018 09:39

Le banche italiane passano gli stress test che l’Eba ha lanciato congiuntamente con la Bce e battono anche alcuni grandi nomi del credito europeo: nomi inglesi e francesi, come Barclays e Lloyd’s.

Tanto che Reuters parla di uno shock per i due colossi britannici, mentre il Sunday Express scrive: “Italy’s banks performed BETTER than UK Lloyds and Barclays in EU Stress test”, ovvero: “Le banche italiane hanno fatto MEGLIO delle britanniche Lloyds e Barclays negli stress test Ue”.

Tutte le quattro banche hanno superato la cruciale prova del nove: si tratta di UniCredit, Ubi Banca, Banco BPM, Intesa SanPaolo.

In tutto, gli stress test dell’Eba-Bce hanno interessato 48 banche europee. E tutti i 48 istituti hanno passato l’esame, dimostrando di poter resistere allo scenario peggiore, il worst case scenario, in cui la soglia di resistenza del parametro di solidità patrimoniale CET1 fully loaded era stata fissata a un valore superiore al 5,5%.

Chi fosse sceso al di sotto della soglia, avrebbe rischiato di dover varare aumenti di capitali o di smobilizzare gli asset reputati più rischiosi.

E invece le banche europee hanno dato prova di resistenza. Tuttavia, non sono mancati istituti che hanno sollevato qualche preoccupazione. Come nel caso appunto di Barclays che, nello scenario avverso, ha riportato un Cet fully loaded del 6,37% e Lloyd’s del 6,8%. I due colossi britannici sono scivolati in fondo alla classifica e l’italiana Banco BPM ha battuto Barclays con un valore al 6,67%, pressocché uguale a quello di Lloyds.

Facendo riferimento al CET 1 delle 33 grandi banche esaminate (in tutto quelle sotto esame sono state, ricordiamo, 48), i risultati più bassi sono stati ancora quelli di Barclays al 7,28% (con un deterioramento di circa 600 punti) e della francese Société Générale al 7,61% (500 punti in meno circa rispetto a fine 2017).

UniCredit si è posizionata nella media, con il 9,34%, così come Hsbc, Royal Bank of Scotland, HSBC, Commerzbank.

Bnp Paribas è peggiorata dall’11,77% all’8,64% nello scenario avverso. Forte deterioramento per il colosso tedesco Deutsche Bank che nello scenario avverso mostra un Cet1 all’8,14%, con una perdita di quasi 650 punti rispetto al dato di partenza.

Tra le migliori l’italiana Intesa SanPaolo e la francese Credit Agricole rispettivamente al 10,40% e al 10,21% nello scenario avverso al 2020. Per Intesa la riduzione del CET1 è stata inferiore a 300 punti base mentre per Credit Agricole è stata di 433 punti.

Così il numero uno di Intesa SanPaolo, Carlo Messina:

“I risultati degli stress test collocano Intesa Sanpaolo ai vertici europei e confermano la nostra Banca un chiaro vincitore di questo esercizio. Intesa Sanpaolo si conferma come una banca basata su un modello di business di successo con coefficienti patrimoniali tra i più elevati, con una forte dotazione di liquidità e, allo stesso tempo, con rilevanti livelli di profittabilità. Usciamo dallo stress test con ulteriore determinazione nella realizzazione del nostro Piano d’Impresa e nel raggiungimento di tutti i suoi obiettivi”.

La solidità di Intesa Sanpaolo – ha continuato il numero uno di Intesa SanPaolo – è elemento chiave nella fiducia che ci lega ai nostri clienti ed è alla base della decisione degli italiani di affidarci in gestione 1.000 miliardi di euro dei loro risparmi. Sosteniamo i progetti di crescita delle aziende, delle start up, di chi ci propone un valido progetto imprenditoriale; siamo a fianco delle famiglie che vogliono costruire il proprio futuro”.

“Essere banca di riferimento a livello europeo significa sviluppare azioni con un impatto positivo nei confronti della società di cui si fa parte e sostenere progetti a favore delle famiglie in condizione di difficoltà. Una società più coesa significa un’economia più forte, insieme esse possono contare su Intesa Sanpaolo, motore dell’economia reale e sociale”.

Ha rivendicato la sua superiorità rispetto alla media anche Ubi Banca:

“Pur a fronte di un esercizio di stress particolarmente severo (sia in termini di scenario macro che di metodologia) svolto partendo da un anno straordinario per Ubi, i ratio patrimoniali del gruppo confermano buona resilienza”.

Di fatto, ha detto, i coefficienti patrimoniali “registrano un impatto in ipotesi di scenario avverso migliore della media del campione europeo analizzato”: 338 punti base sul Cet1 phased in per Ubi rispetto a 410 punti base per la media europea e 374 punti base sul Cet1 fully loaded a fronte di 395 punti base per la media europea.

Ubi Banca ha ricordato tra l’altro che l’esito degli stress test “si basa sui dati a fine 2017 che non riflettono ancora i benefici attesi dall’implementazione del Piano Industriale aggiornato a maggio 2017, in corso di effettiva progressiva realizzazione, ed in particolare il forte contenimento degli oneri operativi a seguito dell’avvenuta rapida integrazione delle 3 banche in Centro Italia, della forte riduzione degli effettivi e degli sportelli, etc.

Per Banco BPM il CET 1 è stato dell’8,47% in caso di scenario avverso nel 2020 (al 9,93% nel 2018, al 9,40% nel 2019) contro un dato della situazione al 2017 ridefinito al 13,94%. Il delta negativo in presenza di scenario avverso al 2020 è indicato fra un massimo di 547 e un minino di 389 punti base.

Per UniCredit i risultati parlano di un capitale al 9,34% in caso di scenario avverso nel 2020 (al 10,31% nel 2018, al 9,58% nel 2019) contro un dato della situazione al 2017 ridefinito al 12,80%. Il delta negativo in presenza di scenario avverso al 2020 è indicato fra un massimo di 438 e un minino di 346 punti base.

Si è confermata invece pecora nera Carige, in questo caso nei risultati degli stress test effettuati dalla Bce, che hanno esaminato anche la solidità patrimoniale di altre banche italiane (in tutto Bper, Mediobanca, Pop Sondrio, Iccrea e Credem).

Stando a indiscrezioni de Il Sole 24 Ore, il CET1 ratio di Carige sarebbe sceso al di sotto della soglia cruciale del 5,5% nello scenario avverso dello stress test. Insieme alle altre cinque, Carige fa parte di quegli istituti di credito significativi che non sono tuttavia abbastanza grandi per essere inclusi negli stress test dell’Eba.

La Bce non diffonderà i risultati delle valutazioni di queste sei banche più piccole, ma Il Sole 24 Ore parla  di Carige come dell’unica banca (tra le sei) “fragile” in uno scenario avverso, precisando che l’esito era ampiamente atteso sia dall’istituto che dalla Bce.