Elezioni midterm Usa: Congresso diviso più portare a vendite (di breve) sul dollaro
Dollaro osservato speciale in vista dell’esito delle elezioni di midterm, determinanti per capire chi controllerà Camera e Senato a stelle e strisce. In gioco difatti ci sono tutti i 435 seggi della Camera e 35 dei 100 seggi del Senato e in più saranno eletti i governatori di 36 Stati.
Congresso diviso e ripercussioni sul dollaro
I sondaggi vedono come scenario più probabile una sconfitta di Donald Trump alla Camera con quindi la prospettiva di un Congresso diviso (Camera ai Democratici e Senato ai Repubblicani).
“Tale esito dovrebbe avere un impatto temporaneamente negativo sul dollaro in quanto il mercato potrebbe iniziare a scontare una minore possibilità per Trump di proseguire con le proprie politiche”, rimarca oggi MPS Capital Services.
Secondo Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM, che indica al 60% le probabilità di esito delle elezioni di midterm con un Congresso diviso, il dollaro dovrebbe reagire con un deprezzamento fino ad inizio dicembre e poi in rafforzamento. “In questo caso nel breve l’incertezza potrebbe portare il dollaro a deprezzarsi lievemente (fino ad 1,16?) a causa dei timori di incertezza politica tale da rendere difficile anche l’approvazione della legge di bilancio e quindi rischio shutdown” dice l’analista.
Il deprezzamento del dollaro, aggiunge Cesarano, potrebbe esser occasione per acquistare dollari in vista di dicembre quando potrebbe essere annunciata una nuova operazione Tltro (altrimenti spostata a marzo, ossia poco prima delle elezioni europee di maggio) e su Fed che il 19 dicembre potrebbe confermare il percorso graduale di rialzo tassi, senza escludere per ora il posizionamento dei Fed Fund anche sopra il 3% alla fine del percorso.
Per Wall Street possibile un recupero a fine anno
Sul fronte azionario, Intermonte ritiene che le elezioni di midterm, in caso di esito con Congresso diviso, porterebbero a un inziale breve calo ma poi rally di fine anno. “Il mercato azionario è già sceso (-6% a venerdì con punte di -11% dai massimi di inizio ottobre) in parte anche per ipotesi centrale di Congresso diviso – argomenta Cesarano – . L’eventuale calo sarebbe pertanto occasione di acquisto in vista di un buon rally almeno fino a poco prima la Fed del 19 dicembre, supportato anche dalla notizia positiva di stimoli fiscali in arrivo dalla Cina ed anche dall’attesa di una Tltro della Bce tra dicembre e marzo”.
I Treasury 10y sono invece visti in calo verso circa il 3% a fine anno per l’ipotesi di minore deficit in prospettiva. Per fine anno questo livello potrebbe essere quello di equilibrio in vista di primi sintomi di rallentamento USA.