Scelta Gubitosi mette il turbo a Tim, titolo tenta di mettersi alle spalle spirale ribassista
Sprint a Piazza Affari per il titolo Tim che viaggia in testa al Ftse Mib all’indomani della nomina di Luigi Gubitosi alla guida del gruppo tlc. Il titolo è arrivato a segnare un balzo di oltre il 5% attaccando nuovamente la soglia di 0,55 euro.
Dai minimi pluriennali toccati il 2 ottobre il titolo Tim è risalito di quasi il 14%. Da inizio anno il saldo rimane decisamente negativo con un tonfo di circa il 24% rispetto al -11% circa del settore tlc europeo. Tecnicamente sembra che Telecom stia cercando di costruire un bottom per invertire direzione. L’Ufficio Studi di FinanzaOnline evidenzia due principali segnali a sostegno di questa tesi. In primis, per la prima volta da maggio di quest’anno, Telecom ha infranto la trend line discendente di medio periodo ben descritta dai massimi di maggio e luglio. Inoltre, Telecom sui minimi di settembre, inizio e fine ottobre, ha evidenziato una divergenza positiva su RSI molto forte rispetto al movimento dei prezzi. Cosa che fa pensare ad un lento esaurimento delle pressioni ribassiste. Tutto da confermare come sempre sui prezzi, ed ogni ingresso che preceda ciò rimane molto rischioso, visto il contesto di mercato difficile e volatile. Un segnale positivo importante sarebbe la chiusura sopra 0,6 euro (soprattutto se accompagnata da volumi e volatilità), con resistenze a 0,657 e 0,7 euro. Al ribasso il break di 0,5 euro in chiusura avrebbe target i minimi a 0,4771 euro.
La nomina a maggioranza, voto contrario di Vivendi che promette battaglia
Nella riunione di ieri, il consiglio di amministrazione del gruppo telefonico ha nominato Gubitosi come nuovo ceo e direttore generale, condividendo la raccomandazione del comitato nomine e remunerazione. La nomina di Gubitosi era attesa dal mercato, dopo le ultime indiscrezioni, che lo vedevano avvantaggiato su Alfredo Altavilla, l’altro nome forte in lizza per la guida di Tim. Tutti i 10 consiglieri eletti nella lista Elliott hanno votato compatti il nome del nuovo ceo che prende il posto di Amos Genish, sfiduciato dal cda lo scorso 13 novembre. A tessere la tela negli ultimi giorni è stato il presidente Fulvio Conti al fine di evitare che si arrivasse al cda di ieri con i consiglieri in quota Elliott non compatti sul nome da esprimere. Hanno votato contro i 5 consiglieri espressione di Vivendi. I francesi sono pronti a dare battaglia richiedendo una nuova assemblea nel tentativo di ribaltare nuovamente i rapporti di forza nel board.
Le prime sfide di Gubitosi
Tra i primi dossier che Gubitosi dovrà affrontare c’è l’opzione strategica della separazione della rete, caldeggiata dal governo in vista di una futura integrazione della rete Tim con quella di Open Fiber. Nelle scorse settimane il vice premier Luigi Di Maio aveva fatto presente l’intenzione di chiudere entro la fine dell’anno il dossier predisponendo una norma che porti a una fusione della rete di Tim con quella di Open Fiber rivedendo la cornice normativa per accelerare lo sviluppo della banda ultralarga.
Tra gli altri dossier aperti in casa Telecom ci sono sicuramente quelli relativi alle dismissioni. Il fondo Elliott spinge per la cessioen di Sparkle che avrebbe una valorizzazione di circa 1 miliardo di euro. Il processo di vendita è già avviato, ma anche in questo caso bisognerà vedere cosa farà il governo con Di Maio che a settembre aveva fatto capire che una cessione non era gradita. Tra gli asset in vendita ci sono anche le torri Inwit, che vedono in capo a Tim una quota del 60%.