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In Europa timori crescita rafforzano ipotesi nuove operazioni Tltro

23 Novembre 2018 11:42

I nuovi timori legati al rallentamento della crescita della zona euro frenano l’euro e rafforzano le ipotesi di nuove operazione di Tltro (Targeted long term rifinancing operation, misura lanciata proprio per sostenere la liquidità delle banche). Ad alimentare queste preoccupazioni la lettura degli ultimi dati raccolti dall’indagine Pmi (indice che riassume le prospettive dichiarate dai direttori area acquisto), con l’attività economica dell’eurozona che ha indicato a novembre il più basso ritmo di crescita in quasi quattro anni.

Ritmo di crescita in quasi quattro anni
“I dati dell’indagine suggeriscono che la debolezza del Pil durante il terzo trimestre potrebbe non essere stato un fattore di breve durata e che l’andamento di fondo propende per valori di crescita più lenti”, avverte Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit, sottolineando che “il Pmi del quarto trimestre, ancora in corso, mostra una crescita del Pil dello 0,3%, con gli indicatori che anticipano le tendenze quali l’indice dei nuovi ordini e quello delle previsioni future che hanno registrato valori fin troppo deboli”.
Ma a destare maggiore preoccupazione è il dato della Germania, ancora in contrazione e con la componente manifattura che ha segnato i minimi a 32 mesi. La locomotiva della zona euro ha evidenziato una “crescita dell’attività rallentata ai valori minimi in quasi quattro anni – mette in evidenza Ihs Markit -. La produzione manifatturiera, vicina alla stagnazione, ha indicato la prestazione più debole da aprile 2013 e, sebbene abbia registrato l’espansione più debole degli ultimi sei mesi, il settore terziario tedesco si è mostrato più resistente”.

Perchè l’ipotesi Tltro avanza

Leggendo i dati sui Pmi anche Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim, si è soffermato sul dato tedesco, sottolineando che “il calo è dovuto soprattutto ad un forte ridimensionamento delle esportazioni di beni durevoli”.
“Dal dato pertanto emerge la possibilità che, dopo il calo del Pil del terzo trimestre, anche il quarto trimestre possa registrare una crescita intorno allo 0% – prosegue -. nel qual caso la crescita 2018 si attesterebbe all’1,4%, con possibilità che nel 2019 la crescita del PIL tedesco 2019 si attesti nel range 1-1,3%”. Di conseguenza, spiega Cesarano, “gli operatori stanno reagendo aumentando le probabilità attribuite ad una nuova Tltro“. Lo testimonia il deprezzamento dell’euro e il rafforzamento ulteriore del BTP a 2 anni. La valuta unica ha effettivamente avuto una reazione immediata dal parte del cambio euro/dollaro che ha inserito la retromarcia e ha violato al ribasso la soglia di 1,14 dollari: in questo momento il cross EUR/USD cede lo 0,43% a 1,1355.

“Il dato di oggi fornisce una carta in più in mano a Draghi per definire l’attuale rallentamento non temporaneo ma strutturale, al punto da cambiare la dizione sui rischi sulla crescita: non più bilanciati ma orientati al ribasso – spiega Cesarano -. Di conseguenza le probabilità di una Tltro già il 13 dicembre aumentano malgrado il fatto che il governatore Visco non sarà votante nella prossima riunione“. Ieri le minute della Bce hanno segnalato che alcuni membri han denunciato il fatto che potrebbero esservi tensioni sulla liquidità legate alle scadenze della Tltro precedente a metà 2020. 
Nei giorni scorsi Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e membro del Consiglio direttivo della banca centrale europea, aveva dichiarato che la Bce potrebbe considerare l’opzione di lanciare nuove operazioni di Tltro, se necessario.

Da segnalare infine che stamattina è arrivata la conferma del rallentamento dell’economia tedesca nel terzo trimestre del 2018, con un Pil in calo dello 0,2% rispetto al periodo precedente. Un dato che deve essere contestualizzato. Gli analisti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo spiegano: “la battuta d’arresto per il Pil tedesco è spiegata da fattori temporanei che hanno pesato sulla dinamica della produzione industriale e vendite al dettaglio”. E aggiungono che “sul comparto industriale sta tuttavia pesando anche il rallentamento del commercio mondiale. Il dato, assumendo una crescita di 0,4% t/t a fine anno, lascia la stima media 2018 a 1,5% da una precedente stima di 1,7%”.