Trump tira dritto sui dazi, Piazza Affari non dà seguito al rally e spread riavvicina quota 300
A pochi giorni dal vertice G20 di Buenos Aires, con l’attesissimo incontro tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping, il presidente degli Stati UNiti ha dichiarato in un’intervista al Wall Street Journal che è “altamente improbabile” che accetti la richiesta del governo cinese di tenere a bada l’aumento dei dazi. Trump ha aggiunto che se i negoziati non si risolvono, la Casa Bianca introdurrà anche tariffe sul resto delle importazioni cinesi che attualmente non sono soggette a dazi. “Se non facciamo un accordo, allora inserirò i 267 miliardi di dollari aggiuntivi” a un tasso del 10% o del 25%, ha detto al Wall Street Journal.
Le parole di Trump al momento non impattano sull’azionario con l’Asia che si è mossa bene oggi in scia al rally di Wall Street e le Borse eurpopee poco mosse.
Nota stonata è Piazza Affari, che ieri era stata la Borsa migliore. Dopo lo sprint del 2,77% di ieri, l’indice guida di Piazza Affari cede lo 0,51% a quota 19.134 punti. Ieri a dare slancio alla Borsa di Milano sono stati i segnali di apertura del governo a una riduzione del target di deficit per andare incontro alle richieste dell’UE. Il vertice di ieri sera non ha dato indicazioni precise ma si va verso una rimodulazione della Manovra con target deficit che potrebbe scendere in area 2,2%.
Tra i singoli titoli si muovono in territorio negativo i titoli oil (-1,24% Saipem, -0,88% Tenaris). male anche Stm (-1,17%). Moderato segno più per FCA (+0,17%) balzata ieri del 5% in scia alle indiscrezioni circa la possibile cessione di Comau (azienda che produce robot) con una possibile valutazione di circa 2 miliardi di euro. Il settore auto ha trovato una spinta anche dall’annuncio di GM di tagli per il 15% della forza lavoro con possibile chisura di 5 stabilimenti nel Nord America.
Sui mercati in generale ieri si è assistito a un buon rally di Wall Street (+1,46% il Dow Jones, +2% il Nasdaq).
Tra gli appuntamenti odierni, si segnala in Italia la pubblicazione dei dati di fiducia in Italia e l’avvio del trittico di aste di fine mese con l’emissione di Ctz e Btp indicizzati all’inflazione.
In allargamento lo spread Btp-Bund in area 295 punti base dopo che ieri era sceso nel corso della giornata anche fino a 280 pb. Secondo Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, potrebbero essere due le ipotesi che hanno indotto i due vice premier, Matteo Salvini, e Luigi Di Maio, a ‘toni più miti’: lo scarso successo del Btp Italia che preoccupa in vista dei corposi refunding del primo trimestre; e in seconda battuta il fatto che il Governo, che ha maggiore visibilità sull’andamento dell’economia rispetto agli osservatori esterni, si è reso conto che i numeri sono ormai insostenibili e ha deciso di correre ai ripari per arrestare la deriva”. “Presumibilmente, entrambi i fattori possono aver pesato – asserisce Sersale -. Comunque sia, l’impressione che se ne ricava è che l’esecutivo italiano sia più sensibile al problema dello spread e tensioni connesse, di quando gli faccia piacere di ammettere”.