Fca sotto i riflettori dopo rumors su vendita Comau. Per analisti ‘coerente con strategia focalizzata su auto’
Il mercato guarda agli ultimi sviluppi sul fronte Fiat Chrysler Automobiles (Fca). Ieri il gruppo italo-americano dell’auto ha archiviato la seduta con un rialzo di circa il 5%, sostenuto dalle indiscrezioni secondo cui starebbe considerando le opzioni per Comau, l’azienda di automazione e robotica industriale. Secondo quanto riportato ieri da Bloomberg, che cita fonti al dossier, tra le opzioni sul tavolo figura anche un potenziale vendita a un valore compreso tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Il processo di vendita potrebbe iniziare l’anno prossimo e potrebbe attirare pretendenti soprattutto dalla Cina. Certo è, scrive Bloomberg, che “la valutazione strategica dell’operazione è in una fase iniziale e non sono state ancora prese delle decisioni”.
“Una notizia positiva per Fca“, commentano gli analisti di Fidentiis che mantengono la raccomandazione buy sul gruppo guidato da Mike Manley con valuation range di 26-28 euro. “La vendita di Comau sarebbe coerente con la strategia Fca, basata su una concentrazione dell’attività nel settore automobilistico”, aggiungono gli esperti.
“La cessione ai valori indicati implicherebbe 0,6-1 euro per azione di valutazione in più rispetto alla nostra analisi della somma delle parti, che non sconta alcun ulteriore scenario M&A”, scrivono gli analisti di Equita che mantengono il rating ‘hold’ su Fca e un prezzo obiettivo di 17,8 euro. E aggiungono: “In passato si era parlato esplicitamente di cessione di Magneti Marelli mentre scenari simili per le altre attività di car components (Teksid e Comau) erano molto più sfumati”.
Comau, che conta 9mila dipendenti, ha 14 stabilimenti produttivi nel mondo, 5 centri ricerca e 32 sedi operative.
L’indiscrezione arriva a un mese esatto dall’ufficializzazione della prima cessione dell’era Manley: lo scorso ottobre Fca ha ufficializzato l’accordo definitivo per la cessione della controllata Magneti Marelli alla giapponese CK Holdings, holding di Calsonic Kansei che è uno dei principali fornitori giapponesi di componentistica per autoveicoli, per 6,2 miliardi di euro. Un’operazione dovrebbe concludersi nella prima metà del 2019.
Altro fronte aperto per Fca è quello contrattuale. Per gli oltre 80mila dipendenti italiani di Fca e Cnh è partita una settimana decisiva. “A Torino è infatti iniziata la trattativa sul contratto, non più legato a quello dei metalmeccanici, mentre giovedì azienda e sindacati discuteranno dei nuovi modelli da lanciare nei prossimi anni e dunque di occupazione”. Lo scrive “Il Messaggero” in edicola oggi.
E proprio ieri a Wall Street è piombato l’annuncio di General Motors che si prepara a ridurre del 15% la forza lavoro (circa 14.700 dipendenti), e a fermare 7 impianti in Nord America. Una strategia che dovrebbe portare a 6 miliardi di dollari di risparmi entro la fine del 2020. L’annuncio arrivato ieri è stato accolto da un balzo del titolo in Borsa (quasi +5%), mentre ha fatto infuriare il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il numero uno della Casa Bianca spinge affinché General Motors smetta di produrre auto in Cina e porti piuttosto la produzione negli Usa.