Notizie Notizie Mondo Fed, rumor dietrofront su tassi. Alla fine Powell cederà a sfuriate Trump, atterrito da rischio recessione?

Fed, rumor dietrofront su tassi. Alla fine Powell cederà a sfuriate Trump, atterrito da rischio recessione?

7 Dicembre 2018 09:39

La Fed si appresta a fare dietrofront nel percorso rialzista dei tassi intrapreso? Finora si tratta solo di rumor, avallati comunque dalla realtà dei fatti. La carrellata di dati macro che arriva dagli Stati Uniti, non è delle migliori, così come quella dell’intera economia globale. La guerra commerciale è una minaccia concreta, a dispetto di quella tregua di 90 giorni decisa dal presidente americano Donald Trump e dall’omologo cinese Xi Jinping nel G20 di Buenos Aires. Tregua che, però, con l’esplosione del caso Huawei, sembra essere diventata quasi una farsa.

Jerome Powell & Co, secondo un articolo del Wsj, starebbero così mettendo in discussione le decisioni di politica monetaria previste dal mese di dicembre in poi. La stretta monetaria attesa per la riunione di marzo del 2019, per esempio, a questo punto potrebbe non esserci più.

Il quotidiano finanziario parla della presenza di un piano di emergenza della Federal Reserve, “dipendente dai dati macro”. 

Stretti nella morsa dell’incertezza, i funzionari del Fomc – il braccio di politica monetaria della Banca centrale americana – non sarebbero insomma più sicuri su cosa fare dopo il mese di dicembre, tanto da valutare l’opzione di segnalare un approccio wait-and-see ai mercati, in occasione della riunione del Fomc prevista per questo mese.

Powell potrebbe diventare dunque più colomba, dopo essere stato ripetutamente attaccato negli ultimi mesi dal presidente Trump? 

Non tanti giorni fa è stato lo stesso Powell a citare alcuni rischi alla stabilità finanziaria, riferendosi direttamente anche all’Italia e al caos manovra. Le trattative tra il governo M5S-Lega e Bruxelles sulla legge di bilancio, di fatto, è stata identificata dal timoniere della Fed come una delle fonti di rischio che potrebbero innescare situazioni di stress in qualsiasi momento” sui mercati e sull’economia globale.

Le indiscrezioni sulla Fed delle ultime ore hanno salvato intanto Wall Street da un ennesimo bagno di sangue, permettendo agli indici di recuperare terreno, dopo che il Dow Jones era crollato di quasi 800 punti.

Il rischio che l’America finisca per essere colpita da una recessione sembra più concreto, soprattutto alla luce del fenomeno dell’ inversione della curva dei rendimenti, che non ha colpito ancora, tuttavia, lo spread tra i tassi a 2 e 10 anni.

Un articolo del sito Cnbc fa di conseguenza notare che Donald Trump, dopo una partenza della sua presidenza euforica in termini di performance dei mercati azionari, potrebbe finire con il diventare il primo presidente a cercare di assicurarsi il secondo mandato (nelle elezioni presidenziali del 2020), dopo Jim Carter, nel bel mezzo di una recessione negli Stati Uniti.

La National Association for Business Economics (NABE) ha già informato che due terzi degli economisti interpellati prevedono una recessione entro la fine del 2020, anno dell’Election Day.

Se così fosse, la strada sarebbe in salita per Trump, così come lo fu per Carter che, nelle elezioni presidenziali con cui cercò di ottenere il secondo mandato da presidente, perse contro Ronald Reagan. Tra l’altro, negli anni successivi, Carter venne considerato dai repubblicani emblema delle fasi di debolezza economica.

Ma qual è il rischio effettivo di una recessione in Usa? In realtà, i numeri e gli outlook che vengono snocciolati dagli esperti non paventano uno scenario tanto negativo.

L’ultimo sondaggio della stessa NABE compilato questa settimana rivela pche tre/quarti degli economisti ritengono che ci siano rischi al ribasso sull’outlook della crescita ma, anche, che nel 2019 il Pil Usa crescerà del 2,7%.

Per dirla con le parole di Gregory Dago, responsabile del sondaggio ed economista di Oxford Economics, “c’è un cauto ottimismo”, tanto che, a suo avviso, le probabilità di una recessione entro il 2020 vengono calcolate ad appena il 35%.

L’economista di Harvard Greg Mankiw, consulente alla Casa Bianca nella presidenza di George W. Bush, crede in una probabilità ancora più bassa, pari al 25%.

Detto questo, una recessione potrebbe seriamente mettere a rischio un secondo mandato di Trump, come presidente.

Da un tasso di popolarità calcolato dai sondaggi Gallup e pari al 54% all’inizio dell’anno, Carter finì, nel giro di appena cinque mesi, ad assicurarsi consensi inferoori al 40%, pagando la recessione, iniziata nel gennaio di quell’anno. Non è detto, tuttavia, che la storia si ripeta. Ma certo Trump dovrà stare attento al modo in cui deciderà di gestire la guerra commerciale che lui stesso ha deciso di lanciare contro la Cina e il mondo intero, a colpi di dazi. Guerra commerciale che potrebbe (e che sta già per) rivelarsi un boomerang.