Brexit: sterlina verso parità con euro, salirà solo con non uscita da UE (analisti)
La premier britannica Theresa May ieri è riuscita a superare la sfida del voto di sfiducia presentato da alcuni deputati del suo partito Tory. Rimangono ancora molte nubi circa i prossimi sviluppi sul fronte Brexit. “È indubbio però che il governo May rimanga comunque fragile, con un Primo Ministro che rischia di veder bocciato dal parlamento il proprio piano d’uscita a causa della forte opposizione interna al proprio partito: in quel caso la Gran Bretagna uscirebbe con un no deal, ipotesi non da escludere”, argomenta Massimo Siano, co-head Southern Europe distribution di WisdomTree.
“Qualsiasi notizia positiva sulla Brexit è comunque negativa per la sterlina”, taglia corto Siano, che aggiunge: “La valuta britannica si rafforzerebbe solo in caso di non uscita dall’UE ma ad oggi le probabilità sono scarse”.
L’esperto di WisdmoTree ritiene che ritardare il processo di uscita non è sufficiente a tenere la sterlina su livelli elevati ma forse renderebbe il GBP meno volatile di quanto non sarebbe a seguito di una hard Brexit. Il mercato comunque è pessimista, non a caso il cambio euro-sterlina è a 0,90. Solo nel 2008-2009, a seguito del contagio della crisi dei subprime, la sterlina aveva raggiunto picchi un po’ più bassi contro l’euro.
“La Brexit potrebbe portare la sterlina almeno alla parità con la moneta unica: dal referendum Brexit la sterlina è tra le valute più svalutate, solo la lira turca è riuscita a fare peggio”, conclude Siano.