Materie prime: in attesa della prossima fase rialzista grazie alla tregua commerciale
Mercati alla finestra in attesa di sapere come finiranno i colloqui tra Washington e Pechino sulla guerra commerciale in atto ma c0è speranza visto che sono stati estesi di un giorno. Regna quindi l’ottimismo sui colloqui Usa-Cina per evitare una guerra commerciale, ottimismo che oggi si fa sentire sui mercati in generale e sulle materie prime in particolare come spiega David Donora, Responsabile materie prime di Columbia Threadneedle Investments secondo cui sarà il 2019 l’anno destinato a registrare un aumento significativo dei prezzi.
All’inizio del 2018, le materie prime sembravano in procinto di inaugurare una fase rialzista, ma poi alcune cose sono cambiate posticipando – a detta dell’analista – di almeno un anno l’inizio dell’inevitabile fase rialzista delle materie prime. Tra i fattori chiave che hanno ritardato l’avvio della fase rialzista vi sono per l’appunto le guerre commerciali, che hanno pesato enormemente sulle materie prime, in alcuni casi spingendone nettamente al ribasso i prezzi. Le ricadute delle guerre commerciali, sottolinea Donora, si stanno estendendo a più mercati delle materie prime. “A fine novembre, ricorda l’analista, il Bloomberg Commodity Index aveva perso il 6% su base annua. Si tratta di un risultato tutt’altro che sorprendente, visto che, in aggiunta agli effetti della guerra commerciale, il dollaro più forte e l’aumento dei tassi d’interesse statunitensi hanno esercitato ulteriori pressioni al ribasso sui prezzi delle materie prime. La solidità del dollaro nella seconda metà del 2018 ha inciso negativamente perché ha attutito la crescita in alcuni mercati emergenti, da cui proviene tendenzialmente il maggiore aumento della domanda di materie prime. In poco tempo, le forze macro hanno cominciato a giocare a sfavore delle materie prime nel breve termine”.
Cosa attendersi nel 2019 allora? La parola d’ordine nei primi giorni è cautela. Secondo Donora Stati Uniti e Cina risolveranno le proprie divergenze, possibilmente nel primo semestre, innescando una ripresa della domanda e dell’attività economica che è rimasta in sospeso tanto nelle economie emergenti quanto in quelle sviluppate. Ma fino a quel momento il mercato sarà altamente instabile “in balia delle notizie provenienti dai vari bracci di ferro ancora in corso sul fronte geopolitico ed economico”. L’analista in particolare sottolinea come le materie prime siano cicliche, attraversando una fase rbassista e rimbalzando poi per qualche anno dal punto minimo. “Pertanto l’inizio della prossima fase rialzista è solo una questione di tempo” specifica l’analista. Il consiglio per gli investitori è restare pazienti fino a che non emergeranno chiari segnali di tale avvio, come ad esempio la rigidità delle scorte di materie prime sottostanti, un’attività economica reale sostenibile, un dollaro USA stabile o in calo, una significativa crescita salariale e il rialzo dei tassi d’interesse. “Le scorte di rame, ad esempio, si sono ridotte anche durante le guerre commerciali del 2018. In tutti i mercati delle materie prime, vi sono delle onerose giacenze da smaltire prima che possa verificarsi un apprezzamento significativo. A nostro parere” conclude Donora “le guerre commerciali e altri fattori negativi hanno solo ritardato l’inevitabile”.