Si fa più stretto l’abbraccio mortale tra BTP e banche italiane. E per il 2019 outlook bond Italia non promette bene
Una notizia così non poteva arrivare in un momento peggiore, se si considera la patata bollente Carige, che il governo M5S-Lega si appresta a gestire. E se si considera anche che le previsioni degli analisti per il trend dei bond italiani sono poco confortanti anche per il 2019, dopo un anno che difficilmente i detentori di BTP riusciranno a dimenticare.
A conferma del doom loop, ovvero dell’abbraccio mortale che esiste tra i bond sovrani italiani e le banche italiane, dai dati di Bankitalia ripresi da Reuters emerge che la quantità di titoli di stato italiani in pancia agli istituti domestici è balzata a novembre al record dal maggio del 2017.
Gli investitori stranieri si sono tenuti ben lontani dalle obbligazioni, vista la forte incertezza sul futuro della manovra finanziaria del M5S-Lega, che alla fine è stata accettata dalla Commissione europea, anche se solo dopo la decisione dell’esecutivo di abbassare la testa e ridurre il target sul deficit-Pil e di fare concessioni varie.
L’aumento della volatilità sui mercati ha frenato così gli acquisti esteri dei BTP, che sono stati rilevati soprattutto dalle banche.
Per la precisione dai dati di Bankitalia emerge che, nel mese di novembre, il valore del debito governativo detenuto nei portafogli degli istituti di credito italiani è balzato a 378,9 miliardi di euro, contro i 373 miliardi di euro di ottobre. Se l’outlook sui BTP fosse positivo, la notizia non desterebbe preoccupazioni. Il problema è che, dopo un 2018 da archiviare, anche il 2019 sembra tutto fuorché di buon auspicio per il debito italiano.
Ieri Bloomberg ha riportato un articolo in cui ha fatto il punto della situazione dei bond principali dell’Eurozona, presentando l’outlook sui rendimenti decennali, sulla base di alcuni analisti interpellati.
Ne è emerso che le previsioni degli esperti sono di tassi sui BTP decennali che continueranno a puntare verso l’alto, salendo dal 2,74% di fine 2018 al 3,37% nel 2019.
L’articolo ha segnalato anche il commento di Praveen Korapaty di Goldman Sachs, che ha avvertito che “valori dello spread BTP-Bund a 400 punti base o superiori arriverebbero a provocare stress significativi sul sistema bancario italiano, arrivando a causare anche un divorzio tra il M5S e la Lega o a inaugurare un nuovo corso” (elezioni anticipate).
Bloomberg ha illustrato il quadro italiano ricordando che il 2018 “è stato un anno da dimenticare per gli investitori che hanno puntato sui bond italiani, visto che questi titoli di stato sono stati i peggiori dell’area euro”.
“Tutto è partito dalle elezioni (politiche) di marzo, che hanno fatto emergere la coalizione dei partiti populisti M5S e Lega come unica in grado di formare un governo. (L’esecutivo) ha promesso di aumentare la spesa pubblica e di tagliare le tasse, spaventando gli investitori e scatenando un conflitto con l’Unione europea”.
Nel corso del 2019, ha concluso Bloomberg, “gli investitori continueranno a guardare all’Italia focalizzandosi su alcuni fattori, come il rischio di eventuali ed ulteriori segnali di tensione all’interno della coalizione di governo, o di divergenze sui piani di spesa”.
Verrà prestata attenzione anche alla “popolarità crescente della Lega e del suo leader Matteo Salvini e alla possibilità che una rottura (dell’asse M5S-lega) si traduca in elezioni anticipate nel 2019″.
Detto questo, l’articolo ha messo in evidenza anche tutte le difficoltà della presidenza francese di Macron che rischiano di deteriorare il sentiment verso i bond francesi.
Insomma: a ridere quest’anno non saranno né gli italiani né i francesi.
In realtà oggi buone notizie sono arrivate dal mercato primario, con l’asta dei Bot annuali. Ma l’outlook sul debito sovrano italiano non è dei migliori anche perchè bisogna considerare, secondo gli strategist, anche il rischio recessione che incombe sul paese.