Goldman Sachs bullish su oro, outlook a 12 mesi è di oltre $1.400. Upgrade anche su petrolio
Gli analisti di Goldman Sachs hanno rivisto al rialzo l’outlook su oro e petrolio. In particolare, le previsioni a tre mesi sull’oro sono state alzate da 1.250 dollari all’oncia precedenti a $1.325; quelle a sei mesi dai precedenti $1.300 a $1.375 e quelle a 12 mesi da $1.350 a $1.425.
La divisione di ricerca del colosso bancario americano ha motivato l’upgrade sia con gli acquisti di oro da parte delle banche centrali che con l’avversione al rischio di alcuni investitori che, temendo l’arrivo di una recessione, starebbero optando per un posizionamento più difensivo. Una tale scelta indubbiamente favorirebbe l’oro, considerato bene rifugio per eccellenza.
Il contratto spot sull’oro viaggia a $1.290 beneficiando della debolezza del dollaro, provocata dalle dichiarazioni meno da falco arrivate da Jerome Powell, numero uno della Fed.
L’outlook è più positivo anche per i prezzi del petrolio. Il contratto WTI sul petrolio scambiato a New York si attesta a quota $52 circa, mentre il Brent viaggia al di sopra dei $61 al barile. A dispetto del trend cauto delle ultime ore, entrambi i contratti si apprestano a terminare la settimana di contrattazioni in forte rialzo, con il Brent salito di oltre il 7% e il WTI di oltre +8%.
Tornando a Goldman, le previsioni sul Brent a tre mesi sono state alzate a $62,50, mentre l’outlook a sei mesi è stato rivisto al rialzo a $67,50 al barile.
Goldman Sachs intravede del valore, in generale, nel petrolio e nei metalli e spiega il sell off che ha colpito il settore a fine 2018, più con lo smorzarsi del sentiment esuberante che con il deterioramento dei fondamentali. Ancora, gli analisti citano il calo del dollaro e l’aumento dei salari negli Stati Uniti, scommettendo anche su un processo di releveraging guardando alla possibilità che la Cina, al fine di contrastare il rallentamento della sua economia, lanci nuove misure di stimoli, smorzando gli interventi finora aventi come obiettivo il deleveraging e il derisking.
Positiva sui prezzi del petrolio è anche Fitch, che intravede prezzi più alti nel 2019 grazie alla continua crescita della domanda in arrivo dai mercati emergenti esclusa la Cina e al fattore sanzioni contro l’Iran. Detto questo, l’agenzia di rating prevede che i mercato continueranno a essere caratterizzato dalla volatilità.