Pir sotto i fari, si teme blocco nuove emissioni: i possibili impatti su raccolta 2019
I Piani individuali di risparmio (Pir) tornano prepotentemente in primo piano. Sotto la lente d’ingrandimento le novità sul tema introdotte dal Governo con la Legge di Bilancio che rinvia ad alcuni decreti attuativi il funzionamento. La questione è stata approfondita da “Il Sole 24 Ore” con l’articolo “Risparmio: Pir nel caos. Emissioni bloccate”. In particolare, viene posto l’accento sul rischio-impasse che si è venuta a creare con la riforma del governo M5S-Lega contenuta nella legge di bilancio 2019. Una “riforma – scrive il quotidiano – che rinvia a decreti attuativi il loro funzionamento (dei Pir), mettendo in stand by l’industria del risparmio che minaccia di bloccare l’emissione di nuovi Piani”.
“Le modifiche alla disciplina Pir previste dalla legge di bilancio 2019, nel prevedere l’ampliamento del raggio d’azione al venture capital e Aim Italia, introducono alcuni vincoli burocratici che ne rallenteranno l’emissione – spiega Luigi De Bellis, co-responsabile research team di Equita -. La nostra stima di raccolta netta Pir per il 2019 è pari attualmente a 2,7 miliardi di euro rispetto ai 4,2 miliardi attesi sul 2018 (e rispetto ai 10,9 miliardi del 2017), tuttavia riteniamo che possa essere significativamente inferiore se non verranno forniti maggiori chiarimenti coi decreti attuativi”.
“Al momento sembrerebbe impossibile istituire dei nuovi Pir con i relativi benefici fiscali – sottolinea De Bellis – visto che il testo ne subordina la creazione ai chiarimenti contenuti nei decreti attuativi che ancora non ci sono. Una situazione di incertezza normativa nella quale in assenza di chiarimenti ufficiali risulta difficile proporre l’apertura di nuovi Pir”.