Sterlina e dollaro sfidano caos UK e shutdown Usa. Sul pound Nomura scommette su soft Brexit
La sterlina dà prova di resistenza, riuscendo a difendere quei valori massimi delle ultime settimane raggiunti sull’euro e sul dollaro, nonostante il caos politico in cui è precipitato il Regno Unito, dopo che Westminster ha bocciato la proposta della premier May sulla Brexit.
May è riuscita tuttavia a superare il test della mozione di sfiducia, presentata contro il suo governo dal leader del Partito laburista Jeremy Corbyn.
La mozione di sfiducia non è passata: 325 i voti della Camera dei Comuni contrari, rispetto a 306 favorevoli. La premier ha confermato così che il suo governo continuerà a lavorare per assicurare la realizzazione della Brexit e ha aggiunto che è suo dovere trovare il modo di ottenere l’approvazione del Parlamento.
Si attendono a questo punto le sue prossime mosse. Secondo alcune indiscrezioni, la premier dovrebbe presentare lunedì prossimo un piano B per ottenere l’approvazione del Parlamento sulla sua proposta Brexit. Il mercato scommette sull’estensione dell’Articolo 50 e dunque sul rinvio della data sulla Brexit, fissata per il prossimo 29 marzo.
La sterlina è scambiata a 88,42 contro l’euro, attorno ai massimi delle ultime sette settimane a quota 88,37, toccati nella sessione precedente. Sul dollaro, è piatta attorno a $1,2872, nei pressi del record degli ultimi due mesi a $1,2930, testato all’inizio della settimana.
Tra gli altri, arriva anche il giudizio degli analisti di Nomura, che si conferma bullish sulla valuta britannica, affermando che il margine di rialzo dipenderà da quanto ‘soft’ si confermerà l’uscita del Regno Unito dall’Ue. In ogni caso gli esperti prevedono un recupero compreso tra +5% e +10%. Allo stesso tempo, Nomura non esclude una Hard Brexit.
Occhio alla dichiarazione di Carney, Bank of England, sulla sterlina e all’outlook su Brexit e sterlina di ING.
Ma sul forex non è solo la sterlina a destare l’attenzione degli operatori.
Occhio al trend del dollaro: anche in questo caso, considerando lo shutdown governativo record degli Stati Uniti, si può dire che il biglietto verde sta mostrando un trend più che solido, anche se oggi il Dollar Index fa una pausa, dopo aver guadagnato l’1% nelle ultime cinque sedute, e si attesta a quota 96,133.
Il recupero dell’indice nelle sessioni recenti è evidente, se si considera che, lo scorso 10 gennaio, il Dollar Index era scivolato al di sotto della sua media mobile degli ultimi 200 giorni, al minimo in tre mesi a 95,029 punti. L’indice è tornato poi a riagguantare e superare quel livello.
Euro-dollaro poco mosso a $1,1388, dopo i guadagni dell’1% riportati dalla valuta americana contro la moneta unica, pari all’1,5% circa, nelle ultime cinque sessioni.
I trader guardano però oggi alle indiscrezioni del Wall Street Journal, secondo cui gli Usa avrebbero lanciato un’indagine sul colosso cinese Huawei Technologies, dopo le accuse secondo cui la società avrebbe rubato i segreti industriali di alcune aziende americane. I rumor alimentano nuovamente i timori di tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina. Con lo shutdown che va avanti, inoltre, si fanno sempre più vive le preoccupazioni su quelle che saranno le conseguenze sull’economia americana da un blocco delle attività amministrative che non è stato mai così lungo nella storia Usa.