Fincantieri: Governo italiano contro Ue su stop acquisizione Stx
Il governo italiano torna a farsi sentire sul caso Fincantieri-Chantiers de l’Atlantique (nuovo nome di Stx). A detta del ministro dei Rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro, l’Esecutivo non persegue il rallentamento dell’acquisto di Stx da parte di Fincantieri, cosa che potrebbe accadere con l’intervento dell’Antitrust Ue chiesto da Francia e Germania.
La richiesta da parte di Bruxelles a Fincantieri di notificare l’acquisizione “potrebbe rallentare l’operazione Stx e anche cambiare i contenuti, se insorgessero dubbi in tema di concorrenza: un rallentamento dell’operazione non sarebbe in linea con gli obiettivi del governo”, ha spiegato il ministro. L’analisi di Bruxelles potrebbe durare fino a 12 mesi.
Di recente anche il ministro delle Finanze francesi, Bruno Le Maire, ha gettato acqua sul fuoco sul caso Fincantieri-Chantiers de l’Atlantique affermando di essere “favorevole” all’operazione e di “non essere preoccupato” per una eventuale decisione negativa da parte della Commissione Ue.
Analisti propensi su hold, conseguenze stop solo a lungo termine
“Un eventuale stop all’acquisizione sarebbe una news negativa perché fermerebbe il riequilibrio del potere contrattuale tra armatori e costruttori di navi nel segmento delle crociere” ha commentato Equita, che ha una raccomandazione hold su Fincantieri e un target price di 1,25 euro. Gli analisti della sim hanno sottolineano che “l’eventuale stop (come peraltro la luce verde al deal) avrebbe comunque un impatto solo sulle prospettive di lungo termine del settore visto che attualmente sono in negoziazione navi da crociera con consegna prevista non prima del 2023/2025”.
Nel complesso, degli 8 analisti che seguono il titolo (fonte: Bloomberg), 4 consigliano di mantenere le azioni in portafoglio, mentre uno suggerisce di vendere. I restanti 3 analisti consigliano l’acquisto.
Titolo alle prese con un supporto importante
Interessante anche il profilo grafico di Fincantieri, con il titolo che sta tentando il rimbalzo da un supporto strategico chiave. Dopo aver toccato il massimo a 1,55 euro, i corsi hanno invertito direzione lasciando sul terreno circa il 40% e arrivando a segnare un minimo a dicembre 2018 in area 0,9 euro, livello chiave sia perché vi è un supporto statico, sia dinamico.
Chiaro dunque che l’eventuale break di tale livello aprirebbe ad ulteriori pressioni ribassiste con target a 0,8 e 0,75 euro. Al rialzo invece il primo livello da superare sarà 1 euro, meglio attendere la rottura di 1,057 euro. In tal caso target a 1,16 e 1,37 euro.