Da Davos Ray Dalio parla di economia, Fed, tassi: ‘ecco la cosa che mi spaventa di più’
Il pensiero fisso che agita le notti di Ray Dalio, fondatore dell’hedge fund numero uno al mondo Bridgewater Associates? E’ “la prossima crisi economica”.
Ad ammetterlo è lui stesso, da Davos, dove è presente insieme ad altri rappresentanti del mondo dell’alta finanza, in occasione del World Economic Forum, il Forum economico globale.
Interpellato dalla Cnbc il gestore – noto, tra le altre cose, anche per aver scommesso contro l’Italia e diversi titoli di Piazza Affari prima delle elezioni politiche del 4 marzo scorso – ha identificato nel successo del populismo una fonte crescente di preoccupazione per gli operatori di mercato.
Il contesto, ha riconosciuto, è quello di un mondo in cui gli elettori consegnano sempre di più il potere a movimenti sovranisti e partiti di estrema destra.
“Queste questioni politiche sono al momento molto legate a quelle economiche, è la natura del contesto in cui ci troviamo”, ha detto Dalio. Ma “ciò che, in un’ottica di più lungo termine mi spaventa di più, è il fatto che la politica monetaria – lo strumento più importante di cui disponiamo – è ormai limitata (nel senso che tutti i principali strumenti monetari espansivi sono stati utilizzati), a fronte di un antagomismo sociale e politico maggiore”. Di conseguenza, “è la prossima crisi dell’economia che mi preoccupa di più in assoluto”, ha rimarcato il finanziere.
In un’altra intervista rilasciata alla Cnbc, Dalio ha anche lanciato l’alert sul “rischio significativo” che l’economia Usa cada in recessione nel 2020.
Tra l’altro, il co-responsabile investimenti e co-presidente di Bridgewater Associates ha precisato che il rallentamento “non interesserà soltanto gli Stati Uniti, ma sarà globale”. Riguarderà, ha aggiunto, “l’Europa, la Cina e il Giappone”.
Dalio ha anche sottolineato che i rendimenti dei Treasuries stessi stanno lanciando un appello alla Federal Reserve affinché non alzi più i tassi. Se i tassi, ha avvertito, “dovessero salire di più, avremmo un altro problema”.