Oggi prima riunione 2019 della Bce, outlook analisti: Draghi caduto nella sua stessa trappola?
“Parlando oggi all’ombra del World Economic Forum (in corso a Davos), che è ossessionato dall’arrivo di ulteriori prove del rallentamento dell’economia globale, dell’indebolimento del commercio globale e da altri scenari foschi, ci aspettiamo che il presidente della Bce Mario Draghi proferirà alla fine le seguenti parole: ‘L’economia dell’Eurozona sta rallentando”. Così in una nota diramata nelle ultime ore Carl Weinberg, responsabile economista internazionale presso la High Frequency Economics.
Nel giorno della prima riunione del 2019 della Bce, analisti ed economisti snocciolano le loro previsioni su cosa Draghi dirà nella consueta conferenza stampa in calendario alle 14.30, successiva all’annuncio sui tassi. La posizione in cui versa Draghi non è tra quelle più invidiate.
Alcuni strategist fanno infatti notare che, se il banchiere ammettesse che i rischi sono rivolti verso il basso, tacitamente ammetterebbe anche che la Bce ha commesso un errore nel porre fine al piano di Quantitative easing alla fine del 2018.
L’ammissione della debolezza del Pil finirebbe per essere, insomma, anche un mea culpa.
Secondo Spyros Andreopoulos, economista senior per l’Europa presso BNP Paribas, Draghi potrebbe uscire da questa impasse lasciando intendere la volontà di “fare una deviazione dal percorso di normalizzazione della politica” monetaria.
Ma l’esperto ritiene che ciò non avverrà, “visto che un impegno del genere richiederebbe prove di un rallentamento della crescita e dell’outlook sull’inflazione più duraturo nel tempo (e finora prove di un indebolimento duraturo non sono ancora arrivate), costringendo il Consiglio direttivo ad apportare modifiche al contenuto del comunicato e, soprattutto, a dire cosa farebbe” per contrastare una tale fase.
“Crediamo che sia ancora presto per la Bce procedere in questo modo”, ha fatto notare Andreopoulos.
D’altro canto, gli economisti di Bank of America Merrill Lynch sottolineano che sarebbe molto difficile per la Bce non ammettere che il quadro è peggiorato e che i rischi ora sono rivolti verso il basso, vista la carrellata di dati negativi arrivati dalla metà di dicembre dal fronte macroeconomico dell’Eurozona. E gli analisti di Citi sono convinti: la Bce riconoscerà il contesto di crescita e inflazione più basse, rivendendo al ribasso le stime sui rischi. E, dunque, ammetterà implicitamente anche di aver sbagliato a staccare troppo velocemente la flebo del QE al paziente ancora bisognoso della sua droga: l’economia dell’area euro.