Usa: boom di nuovi posti di lavoro a gennaio, ma la Fed non cambierà idea
Report occupazionale Usa importante market mover della sessione odierna. Il dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha reso noto che, nel mese di gennaio, l’economia ha creato 304.000 nuovi posti di lavoro, ben al di sopra del rialzo pari a +172.000 unità previsto dal consensus.
Il tasso di disoccupazione è salito dal 3,9% al 4%. Numeri molto solidi, lievemente offuscati dal fatto che i dati di dicembre sono stati fortemente rivisti al ribasso.
C’è da dire inoltre che il dipartimento del Lavoro ha precisato che, sebbene lo shutdown governativo non abbia avuto un impatto ‘percepibile’ sulle assunzioni su base netta, comunque ha contribuito all’aumento del tasso di disoccupazione.
I salari medi orari sono saliti di 3 centesimi (+0,1%), a $27,56, con un rialzo su base annua che è rallentato però dal 3,3% dell’ultimo trimestre (record della fase post-recessione) al 3,2%. Le ore lavorate a settimana sono rimaste invariate a 34,5.
Riguardo alla revisione dei dati di dicembre, nel mese i nuovi posti di lavoro creati sono stati 222.000, e non 312.000 come comunicato in precedente. I dati di novembre sono stati rivisti invece al rialzo dai +176.000 inizialmente riportati a +196.000.
Così Vincenzo Longo, Market Strategist di IG:
“Le figure di gennaio, sorprendenti al primo sguardo, vengono ridimensionate dalla pesante revisione del dato di dicembre. Non è ancora ben chiaro l’effetto dovuto allo shutdown, pertanto anche i dati di gennaio potrebbero essere distorti. Ci aspettiamo ancora revisioni nei prossimi mesi. Al di là di tutto, l’economia statunitense continua a rimanere forte. Per ora non emergono ancora segnali tangibili dovuti alla revisione al ribasso degli outlook di molte grandi aziende Usa, che potrebbero tradursi presto in licenziamenti. Insomma, le cose potrebbero cambiare nei prossimi mesi, soprattutto se lo stallo tra Cina e Usa sul fronte commerciale dovesse protrarsi. I dati non cambiano di molto neanche il quadro Fed, almeno nel breve, posto che si andrà verso una pausa nel rialzo dei tassi almeno fino all’estate. Sui mercati, la pubblicazione dei dati si è tradotta con generale deprezzamento del biglietto verde, soprattutto verso euro. In rialzo anche i rendimenti sui Treasury, mentre i future sugli indici Usa sono tornati a salire dopo un’incertezza iniziale”.